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L’inquinamento uccide più del Covid: 10,2 milioni di morti l’anno per PM 2,5 da combustibili fossili

Inquinamento da particolato ultrafine PM 2,5 e Covid, due terribili killer stanno uccidendo esseri umani in tutto il mondo.

La percezione diffusa è che la grande emergenza, l’urgenza totale sia soltanto la lotta alla pandemia da Coronavirus, mentre l’altro allarme mondiale – quello legato alle emissioni inquinanti e clima alteranti – è vissuto come una questione di lungo termine, che non incide ancora in modo veramente significativo sulle nostre vite.

Non come il Covid, almeno.

Invece non è così. E non soltanto perchè i cambiamenti climatici già stanno calando disastri, come ampiamente compreso anche dall’informazione di massa. Ma anche a causa delle polveri sottili e ultra-sottili.

Università di Harvard, Birmingham, Londra e Leicester

Un nuovo studio di ricercatori delle Università di Birmingham, Harvard, London University College e Università di Leicester mostra numeri impressionanti sulle morti premature da inquinamento nel mondo.

La novità dello studio, ciò che lo rende veramente interessante rispetto ad altri precedentemente pubblicati, è il fatto che in questo caso non si fa riferimento alle polveri sottili in generale, che come si sa sono immesse in atmosfera da molti fenomeni naturali sulla superficie terrestre.

Inquinamento emissioni ciminiere

PM 2,5 da combustibili fossili

Lo studio, grazie all’utilizzo di uno specifico modello di identificazione del trasporto delle sostanze chimiche, si concentra soltanto sulle polveri sottili derivanti dalla combustione di combustibili fossili, quindi principalmente carbone, petrolio e derivati, gas naturale.

La valutazione della mortalità indotta dalle polveri sottili PM 2,5 da combustibili fossili riguarda inoltre sia le esposizioni alle alte concentrazioni, sia quelle alle basse concentrazioni utilizzando recenti meta-analisi. La stima riguarda inoltre anche la mortalità dovuta alle infezioni respiratorie nei bambini di età fino a cinque anni in America ed Europa, regioni per le quali sono disponibili dati affidabili di rischio anche per questa fascia d’età ignorata da altri studi.

Risultati impressionanti

Il modello GEOS-Chem, utilizzato per stimare il livello di esposizione alle polveri sottili provocate dalla combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e derivati, gas naturale) ha restituito valori di risultato realmente impressionanti.

Il rischio di mortalità relativa è stato modellato usando funzioni che legano l’esposizione di lungo termine al PM 2,5 originato dai combustibili fossili alla mortalità, incorporando le non linearità nella risposta alla concentrazione.

La valutazione porta all’elevatissimo numero di 10,2 milioni di morti premature l’anno attribuibili alla sola componente da combustibili fossili delle PM 2,5.

L’impatto maggiore sulla mortalità della PM 2,5 da combustibili fossili è in Cina (3,9 milioni di morti premature l’anno), India (2,5 milioni) e parti della costa orientale degli Stati Uniti, dell’Europa e del Sudest asiatico.

La stima parte dai dati del 2012 e considera una significativa riduzione del valore per quanto riguarda la Cina nel periodo 2012-2018 (da 3,9 milioni a 2,4 milioni di morti premature) grazie alla riduzione nelle emissioni di PM 2,5 da combustibili fossili realizzata in quel periodo.

Bambini fino a 4 anni

Fanno particolarmente effetto i valori ottenuti nella valutazione delle morti premature causate dalle emissioni di PM 2,5 causate dai combustibili fossili nei primi anni di vita, cioè per bambini da 0 a 4 anni di età.

In Nord America sono 876 le morti di bambini fino ai quattro anni di età causate da infezioni delle vie respiratorie inferiori riconducibili all’inquinamento da PM 2,5 da combustibili fossili. In Europa ben 605 bambini da 0 a 4 anni di età muoiono annualmente a causa delle PM 2,5 da combustibili fossili. In Sudamerica 747 bambini di questa fascia d’età muoiono annualmente a causa di questo terribile ed evitabile inquinante.

Lo studio dimostra quindi che le polveri sottili immesse in atmosfera direttamente a causa della combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e derivati, gas naturale) sono colpevoli della morte di un numero molto significativo di persone e di un numero importante di bambini in tenerissima età.

Europa, Nord America e Asia

Una pendenza più ripida della curva disegnata dalla funzione concentrazione-risposta a basse concentrazioni di PM 2,5 porta in particolare – rispetto a precedenti valutazioni – a una stima di morti premature causate dai PM 2,5 da combustibili fossili più alta in Europa e in Nord America.

Mentre una più lenta discesa della pendenza della curva alle alte concentrazioni conduce a valori più alti in Asia.

Uscire dai fossili

Mentre le altre cause di emissione delle polveri sottili e dei loro precursori in atmosfera, come il fumo di incendi e il sollevamento di polvere dal terreno, sono a volte maggiormente indipendenti dalle attività umane, l’emissione di PM 2,5 da combustione di carbone, prodotti petroliferi e gas naturale sono direttamente causate dall’azione dell’uomo.

L’uscita dai combustibili fossili è dunque il messaggio per politici e governanti che esce forte e chiaro dallo studio.

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