fbpx
  • Kia Energy House, apre il primo spazio multifunzionale sul futuro elettrico

    Si chiama Kia Energy House ed è il primo spazio multifunzionale dedicato all’auto elettrica aperto dal marchio coreano a Roma. Al suo interno sarà possibile avere informazioni sulla mobilità del futuro secondo la visione del marchio e partecipare a incontri ed eventi.

    Il programma sarà dedicato all’innovazione e alla cultura contemporanea in una più larga interpretazione.

    Kia Energy House interno

    Capire il futuro

    L’auto elettrica può mostrare così il suo ruolo e la sua importanza per la costruzione della società del futuro, che dovrà essere coerente con gli obiettivi di sostenibilità anche nelle soluzioni architettoniche, urbanistiche, tecnologiche.

    Per questo nella Kia Energy House troveranno spazio eventi dedicati a tre grandi ambiti: la mobilità elettrica, l’educazione scolastica e universitaria, la cultura e la tecnologia Mede in Korea.

    La grande trasformazione del marchio Kia avvenuta negli ultimi mesi, che ha visto la nascita di un logo completamente nuovo e la presentazione di un programma molto ambizioso di sviluppo e lancio sui principali mercati mondiali di una gamma con trazione esclusivamente elettrica, ha infatti molto a che fare col grande slancio verso il futuro della Corea del Sud.

    Kia Energy House esterno

    Auto elettrica, scuole, università e cultura

    Nel primo Kia Energy Store italiano l’auto elettrica sarà spiegata ai ragazzi delle scuole e sarà oggetto di incontri con centri di eccellenza e studenti universitari, ma ci sarà spazio anche per la musica delle K-Pop band che hanno conquistato il mercato mondiale, il cibo e le eccellenze tecnologiche del Made in Korea.

    Un esperimento molto interessante, nel quale la mobilità elettrica si propone come uno degli elementi grazie ai quali costruire il futuro sostenibile del pianeta.

    Kia ed Enel X Energy House Roma

    All’interno dell’Enel X Store

    Chi vuole saperne di più sull’auto elettrica, guidare modelli di ultima generazione e provare a fare una ricarica con diverse tecnologie ha quindi un nuovo luogo dove recarsi.

    La prima Energy House della Kia Italia si trova presso l’Enel X Store di Corso Francia a Roma. Nel piazzale antistante il nuovo spazio multifunzionale è disponibile l’infrastruttura di ricarica gestita da Enel X Way che conta ben sei stazioni ad alta potenza capaci di arrivare ciascuna a 350 kW, colonnine WayPole da 22 kW e l’innovativo pannello digitale WayMedia con due WayBox del tipo destinato alla ricarica domestica.

    Programma elettrico Kia

    Il programma di espansione elettrica della Kia prevede che entro il 2027 il marchio arrivi alla disponibilità a listino di ben 14 modelli a batterie, con l’obiettivo di arrivare a raggiungere una quota del 6,6% del mercato elettrico a livello mondiale (Cina esclusa). Oltre al lancio di nuovi modelli, la rivoluzione elettrica Kia prevede anche l’arrivo di inediti servizi di mobilità offerti con veicoli a zero emissioni e un ruolo importante per i futuri PBV – Purpose based vehicles, veicoli elettrici costruiti appositamente per rispondere a specifiche esigenze della mobilità del futuro, come le consegne dei prodotti e-commerce e l’utilizzo condiviso nelle grandi aree urbane.

    Giuseppe Bitti Kia Italia

    Giuseppe Bitti, amministratore delegato Kia Italia

    La Kia ha l’obiettivo di conquistare la leadership nella mobilità elettrica.

    Afferma Giuseppe Bitti, amministratore delegato del marchio in Italia, che continua: “L’Energy House offre al pubblico e ai nostri clienti, attuali e potenziali, la possibilità di capire al meglio le ambizioni del gruppo e lo scenario futuro della mobilità”.

    Anche a Milano

    La Kia Italia ha per ora deciso la presenza dell’Energy House nell’Enel X Store di Corso Francia a Roma fino alla fine del mese di giugno ma è possibile che il progetto possa avere una durata maggiore, visto che è già stata annunciata l’apertura entro l’anno di un secondo Kia Energy Store a Milano ed è confermato l’arrivo sul nostro mercato del grande Suv elettrico Kia EV9 proprio a fine 2023.

  • Renault Twingo, guidare elettrico in città è più facile del previsto

    Renault Twingo significa città. La destinazione urbana del modello è nelle dimensioni, nella storia, nella tipologia di clientela che ha scelto finora di essere Twingo.

    Per la mia prova utilizzo la Renault Twingo E-Tech esclusivamente elettrica nell’allestimento Urban Night, quello più ricercato ed esplicitamente urbano, secondo la mia percezione.

    La riconoscibilità del modello è evidente, considerati gli elementi grafici che si trovano all’esterno e all’interno della vettura, tetto compreso.

    Twinge Urban Night tetto grafica

    La mia prova in città

    Quando si sale a bordo di un’auto esclusivamente elettrica a batterie, la prima preoccupazione è sempre relativa alla reale facilità di utilizzo, con particolare riferimento ad autonomia e possibilità di ricarica.

    La Renault Twingo E-Tech Urban Night può contare su una capacità di 22 kWh per la batteria agli ioni di litio, che nei dati forniti dalla casa possono garantire circa 190 chilometri di autonomia con una ricarica completa.

    Possibilità di ricarica fino a 22 kW di potenza, che nel caso di disponibilità di un’adeguata infrastruttura permettono di contenere alle decine di minuti le soste di ricarica “di rabbocco”, quindi caricando quando si ha ancora capacità residua a disposizione.

    Renault Twingo elettrica ricarica

    Più facile del previsto

    La guida in città si rivela particolarmente semplice. L’auto ha tutta la potenza di cui c’è bisogno nella marcia urbana, grazie ai 60 kW di potenza massima ottenibili grazie alla funzione boost.

    Il boost si attiva premendo a fondo l’acceleratore, spingendosi con il piede oltre un percepibile “scalino di accelerata” che fa individuare chiaramente al conducente il ricorso alla massima potenza disponibile (ovviamente più dispendiosa dal punto di vista del consumo energetico).

    La vera sorpresa, nei percorsi urbani all’interno della città di Roma spingendomi anche in aree densamente abitate e non completamente centrali, è nella facilità con cui mi trovo a poter usufruire dell’infrastruttura di ricarica pubblica.

    Renault Twingo elettrica ricarica alla colonnina

    In un primo caso mi reco presso il punto vendita di un marchio della grande distribuzione, senza aver programmato una ricarica – visto che ho sufficiente energia per andare e tornare – ma trovo un punto Enel X Way di nuova generazione (potenza massima di ricarica 22 kW) proprio nella piazza davanti al negozio.

    Mezz’ora dentro il grande magazzino e il gioco è fatto. Quando esco ho di nuovo la batteria al 100%.

    Ancora più significativo il secondo caso, che in occasione di una sosta in gelateria mi fa scorgere dall’altra parte del grande viale a due carreggiate un punto di ricarica Acea ad elevata potenza (50 kW).

    Mi basta percorrere qualche decina di metri in più e posso allacciare la Renault Twingo elettrica alla presa. La Twingo può ricaricare fino a 22 kW, quindi anche in questo caso la potenza massima di erogazione è allineata a quella limite del caricatore di bordo.

    Il tempo di un gelato, dieci-quindici minuti, e la ricarica al mio ritorno è oltre l’80%.

    Twingo Urban Night ricarica elettrica

    Superare il pregiudizio

    L’insegnamento di questa mia prova è molto semplice. A proposito di mobilità elettrica è cruciale riuscire a superare il pregiudizio.

    Se non si ha la possibilità di una ricarica certa presso la propria abitazione o presso il luogo di lavoro (ammesso che lo si frequenti con regolarità e continuità anche in epoca di smart working crescente), la scelta di un veicolo esclusivamente a batterie va fatta con molta cautela.

    Se però si può avere la certezza della ricarica almeno in uno dei luoghi chiave della propria mobilità, che di norma sono l’abitazione e il posto di lavoro, la mia esperienza dice che la rete di infrastruttura di ricarica pubblica urbana inizia ad essere più che sufficiente.

    Certo, aumentando le auto elettriche su strada, devono parallelamente aumentare i punti di ricarica disponibili.

    Però la prova parla chiaro. Ricarica a casa come base su cui contare, ricariche in città ormai piuttosto diffuse, un buon caricatore di bordo (almeno 22 kW, come nel caso della Renault Twingo) e il gioco è fatto.

  • Q8, ricarica elettrica ultrafast nelle stazioni di servizio grazie alla Porsche

    La Porsche accelera e la rete dei distributori Q8 si arricchisce di venti nuovi punti di ricarica ultrafast per veicoli elettrici.

    Entro la fine del 2021, grazie alla collaborazione tra Porsche Italia, Q8 e Enel X, in venti aree di servizio Q8 arriveranno le potenti colonnine High Power Charging (HPC) Enel X capaci di ricaricare le auto elettriche, dotate di appropriati sistemi di bordo, mettendo a disposizione ben 300 kW di potenza.

    Ricarica ultraveloce

    Le colonnine ultrafast da 300 kW permettono la ricarica di una grande quantità di energia in pochi minuti. Le HPC dell’Enel X possono ricaricare due veicoli elettrici contemporaneamente.

    Sportellino ricarica elettrica Porsche Taycan

    Le nuove stazioni di ricarica ultrafast delle stazioni di servizio Q8 saranno parte del cosiddetto “ecosistema di mobilità elettrica” della Porsche, ma saranno anche visibili nella rete raggiungibile con l’app JuicePass della Enel X insieme agli altri punti di ricarica dell’azienda presenti sul territorio italiano.

    Postazione dedicata Porsche

    L’accordo tra Porsche Italia, Q8 ed Enel X prevede che uno dei caricatori, con il relativo parcheggio, sia riservato ai esclusivamente ai clienti della Porsche in ciascuna stazione.

    Porsche Taycan trazione posteriore

    La Porsche Taycan e gli altri futuri modelli elettrici della Porsche avranno così una rete dedicata di punti di ricarica nella rete dei distributori Q8.

    La Porsche Taycan, grazie alla sua architettura elettrica di bordo a 800 Volt, potrà ricaricare, nelle colonnine ultrafast da 300 kW, le proprie batterie dino all’80% di capacità in circa 20 minuti.

    Pietro Innocenti, Amministratore Delegato di Porsche Italia, commenta:

    Grazie a questa collaborazione, siamo in grado di offrire ai nostri clienti un pacchetto di soluzioni di ricarica completo, che rende ancora più facile abbracciare la mobilità a zero emissioni.

    Porsche Taycan elettrica posteriore

    Prima stazione a Milano

    La prima stazione di ricarica ultrafast è prevista nell’area di servizio Q8 di Paderno Dugnano, vicino Milano.

    Seguiranno altri punti di posizionamento importanti per traffico quotidiano e turismo stagionale come Carate Brianza (MB), Erbusco (BS), Padova, Perugia, Roma, Napoli, Polignano a Mare (BA), Brindisi, Porto Rotondo (OT).

  • Enel X, in 100 McDonald’s italiani 200 punti di ricarica entro il 2021, la metà fast charge

    Enel X installerà 200 punti di ricarica nei parcheggi di 100 ristoranti McDonald’s in Italia entro la fine del 2021. Dunque ognuno di essi avrà una colonnina di ricarica da 22 kW e un’altra da 50 kW. L’accordo è già operativo e riguarda i McDonald’s di Ancona, Desio (MB), Eboli (SA), Loreto (AN), Osimo (AN) e San Benedetto del Tronto (AP). Si proseguirà a breve con Piombino (LI), Barberino di Mugello (FI), Alessandria, Quartu Sant’Elena (CA) e Firenze.

    McDonald's Enel X
    Più rete di ricarica, meno CO2

    L’accordo permetterà di risparmiare 1.800 tonnellate di CO2 nell’atmosfera, l’equivalente di quanto assorbito da 100mila alberi. In questo modo Enel X mette un altro tassello per la costruzione della propria rete di ricarica, composta attualmente da 10.500 punti e protesa verso l’obiettivo di 28mila per il 2022.

    McDonald's Enel X
    Una da 22 kW e una da 50 kW

    Tale iniziativa permetterà alla utility italiana di incrementare la densità di stazioni di ricarica veloci, attualmente 1 a 10 rispetto a quelle normali, ovvero con potenza inferiore ai 22 kW. Con 50 kW e un’auto dotata di caricatore di identica potenza, 30 minuti bastano per guadagnare 100-150 km di autonomia.

    Rete pubblica su suolo privato

    Continua così la strategia di installare stazioni di ricarica pubbliche presso realtà private, come i supermercati, le banche o anche i parchi. In questa direzione vanno gli accordi stipulati da Enel X con BBC, Ikea. McArthurGlenn, Conad e Gardaland. Una scelta dettata anche dalla difficoltà di sviluppare una rete su suolo pubblico.

    Comarketing e sostenibilità

    Da parte di McDonald’s c’è invece la possibilità di aggiungere un ulteriore elemento di attrazione commerciale e di potenziare la politica di sostenibilità. Con Coldiretti, Inalca e AIA ci sono accordi per sostenere la carne bovina italiana sostenibile. Dal 2019 è stata eliminata la plastica monouso e tutto il packaging è sostenibile.

    McDonald's
    Fast food incontra fast charge

    McDonald’s inoltre ha già messo in campo iniziative simili in altri paesi. Nel Regno Unito con InstaVolt, in Olanda con Vattenfall, Spagna con Iberdrola, Svezia con Fortum e Norvegia con più operatori il binomio tra fast food e fast charge sembra essere conveniente e, allo stesso tempo, convincente.

  • Auto elettrica a Repubblica TV, il mio intervento insieme ad Enel X e Nissan

    L’Italia riparte è il ciclo di incontro di Repubblica TV sulla ripartenza dopo l’emergenza Coronavirus.

    Valerio Berruti conduce un giro d’opinioni sul futuro prossimo dell’auto elettrica che coinvolge me, l’amministratore delegato di Enel X e l’amministratore delegato della Nissan Italia.

    Italia Riparte Auto elettrica

    Clicca qui o sull’immagine per vedere il video su Repubblica TV.

    Il futuro delle batterie

    Le batterie al litio sono all’inizio della loro storia per quanto riguarda l’applicazione all’auto elettrica. Ma questo non significa che non ne vedremo delle belle.

    A sfidarsi sono ora il miglioramento della tecnologia attuale agli ioni di litio e la nascita di tecnologie alternative.

    Facendo un rapido conto arriviamo rapidamente a mille miliardi di investimento nei prossimi cinque anni nel mondo su questa tecnologia.

    Clicca qui e guarda il VIDEO con la mia analisi completa Ecco la verità sulle batterie del futuro.

  • Auto elettrica, la wallbox per la ricarica a casa deve essere gratis

    Il problema della wallbox per la ricarica domestica delle auto elettriche esiste.

    Se si ha un’auto da attaccare alla presa, non è il caso di affidarsi alla sola Schuco e all’impianto tradizionale 220 V. Serve una wallbox almeno da 7 kW ma farla installare oggi ha un costo importante.

    Enel X e le altre fanno orecchie da mercante

    Mentre investono denaro nell’accaparramento di postazioni di ricarica su suolo pubblico, che domani varranno certamente oro, gli operatori dell’infrastruttura di ricarica non muovono un dito per favorire la diffusione di wallbox domestiche. Cosa che potrebbero fare azzerando le spese per il consumatore.

    Juice box Enel X 3,7 e 7,4 kW

    Per loro chi acquista un’auto elettrica è semplicemente un cliente sul quale fare business.

    La wallbox non è gratis

    L’impianto per portare la potenza desiderata presso il proprio garage viene venduto a caro prezzo.

    La wallbox, essenziale per ricaricare in maniera adeguata e in condizioni di piena sicurezza, la deve pagare il cliente. Che però poi genera con le sue ricariche preziosa esperienza e preziosissimi dati per chi quell’attrezzatura gliel’ha venduta.

    Hyundai Kona elettrica con judice Box Enel X

    Ci stanno pensando le case auto

    Quello che dovrebbe fare chi sta costruendo un intero nuovo settore di business sulla diffusione delle auto della nuova specie, stanno iniziando a farlo le case auto.

    L’offerta di molti costruttori, per facilitare la vita agli ancora pionieristici clienti dell’elettrico e dell’ibrido plug-in, si sta orientando verso una formula che veda la wallbox di ricarica domestica gratis.

    Esempio Hyundai Kona elettrica

    La Hyundai offre la Kona elettrica a 299 euro al mese per 36 mesi, con anticipo zero e un valore residuo garantito di quasi 20.000 euro. E nell’offerta c’è la wallbox di Enel X gratis per la propria casa.

     

  • Vehicle-to-Grid l’auto scambia energia con la rete elettrica e la casa

    Il Vehicle-to-grid come l’acqua a tavola

    Se qualcuno mi versa un bicchiere d’acqua da una caraffa, la cosa più ovvia è che io lo beva.

    A pensarci meglio, però, ho anche altre possibilità. Posso versarne un po’ in un altro bicchiere, se qualcun altro ha sete e nel frattempo l’acqua della caraffa è finita.

    Oppure posso riversare il contenuto del mio bicchiere in parte o totalmente nella caraffa. Questo se io non ho sete e non voglio sprecare l’acqua che mi è stata versata in precedenza. Bene, questo è il vehicle to grid, o anche il vehicle to home, o meglio il vehicle to X come viene anche detto l’intero sistema.

    L’auto è il bicchiere

    Fa il pieno di energia nel suo sistema di accumulo di bordo, poi la può consumare percorrendo dei chilometri. E questa è la cosa più comune e più ovvia. Però la può anche restituire, questo oggi non avviene più per le auto diesel e benzina. Ma una volta col tubicino troppa ne hanno restituita di energia che con una tanica veniva portata altrove, in altri bicchieri… diciamo così. Quello che non è mai avvenuto è che l’energia potesse essere addirittura restituita a chi aveva fornito il pieno, cioè al distributore dell’Agip o di qualunque altra compagnia.

    V2G Vehicle-to-grid può diventare la regola

    Con l’auto elettrica, il vehicle to X può diventare la regola. Non l’eccezione del tubicino, quindi. Proprio la quotidianità. Con la batteria che può essere caricata attingendo corrente dalla rete elettrica, ma può anche restituire elettricità alla casa, se questo è conveniente rispetto all’acquisto dalla rete in quel momento.

    Oppure se quell’energia è stata prodotta da un impianto fotovoltaico di giorno e si decide invece di utilizzarla per alimentare il forno, il climatizzatore, l’impianto d’illuminazione dopo il tramonto. In questo caso è come se l’acqua del bicchiere fosse versata in altri bicchieri, quindi. Ma l’auto elettrica può anche restituire l’energia proprio alla rete dalla quale l’ha presa, come se si riversasse il contenuto del bicchiere nella caraffa, in questo caso.

    Vantaggi economici ed energetici

    Il tutto con vantaggi economici per il proprietario del veicolo, che viene pagato per far entrare il suo mezzo elettrico in questo sistema di scambio. Per la rete elettrica del distributore, che può accedere a potenze immediatamente disponibili quando ne ha bisogno. E per la possibilità di crescita di fonti rinnovabili non prevedibili all’interno del sistema di generazione.

    Gli sfidanti

    I protagonisti della vicenda Vehicle to X sono le case auto, gli automobilisti, i distributori di elettricità e la nuova figura dell’aggregatore, che andremo a capire meglio.

    Case auto

    Per rendere le auto elettriche economicamente sostenibili per i clienti, se non addirittura vantaggiose, la prospettiva del V2G – Vehicle to grid è ottima per i costruttori. Che però devono adeguare i loro modelli. Oggi soltanto i modelli giapponesi o di derivazione giapponese sono pronti.

    Automobilisti

    Per chi compra o utilizza un’auto elettrica, si tratta di una grande opportunità. Il punto da capire bene è che se nello scambio con la propria abitazione si può fare ciò che si vuole e si ha il pieno controllo, anche quando si mette a disposizione la propria ricarica per la rete ci sono dei paletti precisi. Chi fornisce l’auto ha di regola la garanzia che la propria batteria venga fatta trovare completamente carica all’ora stabilita. Da parte sua, però, deve garantire degli orari di allacciamento alla rete predefiniti. Più facile per le flotte aziendali, meno per i privati. Ma a guardare bene anche quasi tutti i privati hanno orari nei quali la loro auto è sempre in garage.

    Distributori di elettricità

    La rete elettrica storica non ama i flussi bidirezionali. Nasce per produrre in una grande centrale e distribuire a senso unico nelle case e nelle aziende. Il mondo però fortunatamente è cambiato, nonostante le persistenti resistenze, la produzione distribuita da fonti rinnovabili cresce e crescerà sempre di più. E grosse domande di potenza per la ricarica delle auto elettriche stanno per arrivare. Servono degli stabilizzatori, e le stesse auto elettriche col V2G possono esserlo. I distributori pagheranno più che volentieri questo servizio. Altre soluzioni esistono ma sono più costose.

    Aggregatori

    Anche cambiando le norme e permettendo a potenze più piccole di entrare nel gioco, non sarà il singolo proprietario di auto elettrica a parlare col distributore di energia. Nasce la figura di un intermediario, che aggrega appunto più automobili, fa il contratto col distributore elettrico da una parte e con gli automobilisti dall’altra.

    Che futuro fa

    Il futuro è nelle reti energetiche intelligenti. Non soltanto in campo elettrico, ma per tutti i vettori energetici la chiave per l’efficienza e anche per la rinnovabilità e le Zero Emissioni è nell’integrazione. Anche economicamente il conto torna.

    Dico la mia, perché le cose possono cambiare. E spesso è meglio che cambino

    L’automobile integrata nella rete elettrica, con la possibilità di accumulare l’energia dell’impianto da fonti rinnovabili più vicino, ma anche l’auto a idrogeno che può fare più o meno la stessa cosa se l’idrogeno è prodotto localmente sono la chiave di volta dell’architettura si un sistema energetico sostenibile.

    Non è tutto fatto e non è tutto semplice, ma ci possiamo arrivare.

  • EVA+, scusate l’anticipo

    Le reti di ricarica per le auto crescono, anche quelle che ci permetteranno di compiere lunghi trasferimenti in tutta Europa. L’ultima in ordine di tempo ad essere stata completata è quella del progetto EVA+ (https://www.evaplus.eu/): le 200 colonnine a 50 kW sono state installate sulle strade di lunga percorrenza di Italia (180) ed Austria (20) e sono operative.

    L’Europa ha pagato la metà

    EVA+ (Electric Vehicles Arteries in Italy and Austria) è un consorzio con un budget di 8,5 milioni di euro, cofinanziato fino al 50% dalla Commissione Europea nell’ambito Connecting Europe Facility  (https://ec.europa.eu/inea/en/connecting-europe-facility). Lo ha coordinato Enel servendosi di alcune sue società terze: e-distribuzione, Enel Energia ed infine Enel X che si è occupata di impiantare le colonnine sul territorio italiano. Quest’ultima è il braccio di Enel per lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia ed è attiva anche nelle competizioni ad emissioni zero come la Formula E e la MotoE. Per le 20 colonnine sul territorio austriaco ci ha pensato la Smatrics (reti di ricarica) consociata della Verbund (energia). Fanno parte del consorzio anche BMW AG e BMW Italia, Nissan (anche attraverso Nissan Italia), Renault e Volkswagen Group Italia e Audi AG.

    Lungo i corridoi

    Il progetto è stato presentato a Bruxelles il 17 gennaio 2017 e si è concluso in meno dei 3 anni previsti. La rete di Eva+ è interoperabile (dunque si può pagare con l’app Juice Pass di Enel X) ed è composta da colonnine fino a 50 kW di potenza, due punti di ricarica ciascuna e 3 standard: CCS, CHAdeMO e Type 2. La mappa definitiva indica che sono coperte 17 regioni italiane su 20 escludendo Abruzzo, Molise e Sardegna. L’Emilia-Romagna è quella che ne ha di più (33), seguita da Lazio (30) e Lombardia (22). L’Umbria ne ha una. La distribuzione si è dunque concentrata sulle grandi direttrici del TEN-T, ovvero i corridoi europei e non ha tenuto conto di altri parametri come l’estensione della superficie, la popolazione o le vendite di auto elettriche. Eva+ è comunque la dimostrazione che i consorzi (come lo è anche Ionity) sono uno strumento che funziona poiché coinvolgono case costruttrici, società di produzione e distribuzione dell’energia e le istituzioni, prima fra tutte l’Unione Europea.

    Dalle strade alle autostrade

    La strada da fare tuttavia è ancora lunga. Le statistiche dell’EAFO (European Alternative Fuel Observatory) mostrano come in Italia ci siano 3.858 stazioni pubbliche per un parco circolante di poco più di 30mila veicoli tra elettrici e ibridi plug-in. L’Austria, ne ha pochi di più (circa 33mila), ma ha più stazioni (4.561) dunque la densità è notevolmente superiore, soprattutto per quelle veloci (oltre 22 kW) lungo le direttrici di comunicazione: 48 ogni 100 km di autostrada contro le 12 dell’Italia. In generale, emerge una segmentazione crescente dell’offerta: stazioni di bassa potenza in città e nei punti di aggregazione sociale e commerciale, potenza e velocità più elevate lungo le grandi vie di comunicazione. Per quest’ultimo capitolo è fondamentale compiere due passi successivi: aumentare i punti di ricarica rapidi (150 kW) e ultrarapidi (350 kW) e impiantarli anche lungo la rete autostradale. Visti i tempi (e le tariffe), sarebbe d’obbligo.

  • Nuova mobilità, nuovi manager – Video Opinione di Stefano Sordelli Volkswagen Group Italia

    Nascono nuove figure manageriali

    L’evoluzione dell’auto e della mobilità fa nascere nuove figure manageriali all’interno delle aziende.

    La prima casa a dotarsi in Italia di un Manager della Mobilità del Futuro è la Volkswagen. Ecco la Video Opinione di Stefano Sordelli, che occupa la nuova posizione all’interno del gruppo automobilistico che ha sede a Verona.

    Nuova mobilità significa anche un diverso modo di affrontare il mercato dell’auto e dei servizi.  Non esiste più soltanto il prodotto automobile, con la sua catena logistica e commerciale e il processo d’acquisto della vettura da parte del cliente finale come centro gravitazionale di tutte le logiche organizzative.

    Adesso l’auto può essere acquistata, noleggiata in maniera individuale oppure insieme ad altri, presa in affitto soltanto per pochi chilometri in città. La nuova mobilità – anche automobilistica – ha clienti completamente diversi rispetto a quelli di pochi anni fa.

    Progetti e sperimentazioni

    L’esperienza della Volkswagen descritta da Stefano Sordelli racconta di progetti avanzati, come Electrify Verona nella città sede del gruppo in Italia (Clicca qui e LEGGI articolo Electrify Verona meglio di Electrify America con VIDEO).

    Oppure il progetto Eva+ che vede protagonista anche Enel X e sta diffondendo un’infrastruttura di ricarica veloce nel nostro paese.

     

  • Ricarica a Trastevere con la Jaguar I-Pace elettrica

    Andare nel quartiere Trastevere di Roma guidando un’auto elettrica è un’esperienza che fa riflettere parecchio su quanto abbiamo ancora da fare per liberarci dei pericoli ambientali che minacciano sempre più aggressivamente la nostra vita di tutti i giorni.

    Nel centro congestionato, rumoroso e ormai caratterizzato da un odore costante di fumi di scarico, è chiara la percezione di una città costantemente sotto scacco.

    Eppure proprio l’auto elettrica mi dice col suo silenzio che Roma ce la farà.

    Ne ha viste tante questa città, supererà anche la vergogna dei rifiuti in strada, dell’inciviltà di alcuni suoi abitanti (non posso definirli cittadini, questa qualifica appartiene a chi Roma la rispetta, non indistintamente a tutti quelli che la occupano con la loro presenza), degli scarichi sbuffanti che anneriscono le sue bellezze.

    La sfida della ricarica alla colonnina

    Se nella guida il fatto di essere a Trastevere non fa poi molto la differenza rispetto alle altre zone, tutte trafficate e inquinate del centro, la grande sfida è riuscire a ricaricare l’auto.

    I Taxi parcheggiati

    Le colonnine di ricarica dell’Enel X sono in Piazza Belli, ci passo davanti e non le vedo.

    Sono coperte dai taxi parcheggiati proprio sugli stalli dedicati alle auto in ricarica.

    Non ci sono auto attaccate e gli spazi liberi, in una città come Roma, vengono immediatamente occupati.

    Mappa colonnina di ricarica trastevere belli

    Al secondo giro mi fermo, chiedo ai tassisti di farmi spazio ed ho subito attenzione. Si spostano due taxi e posso avvicinarmi comodamente e attaccare l’auto.

    Ricarica Jaguar I-Pace trastevere

    Avvicino il mio portachiavi dotato di sistema di identificazione, la colonnina mi riconosce, sblocca la presa che richiedo e posso inserire il connettore.

    La ricarica

    Si tratta di una ricarica di bassa potenza e velocità limitata.

    Per la batterie da 90 kWh della Jaguar I-Pace è una specie di solletico.

    Volante Jaguar I-Pace

    Ho pochi minuti a disposizione. Li utilizzo per ricaricare e per dare informazioni ai tassisti, che nel frattempo si sono avvicinati incuriositi.

    L‘auto elettrica, così semplice e per certi versi ovvia per chi si occupa ogni giorni di mobilità e ambiente, è ancora ben poco conosciuta da chi poi la mobilità la realizza ogni giorno sulla strada.

    Colonnina Enel X con Jaguar I-Pace

    Il risultato

    Il tempo a disposizione è terminato. La ricarica è andata bene da ogi punto di vista, compreso quello del rapporto cordiale e stimolante coi tassisti del parcheggio di Piazza Belli.

    L’auto ha guadagnato pochi chilometri di autonomia, non poteva essere diversamente in un tempo limitato e con quel tipo di colonnina.

    Jaguar I-Pace in ricarica con colonnina Enel X

    la lezione appresa

    Ha funzionato tutto e  anche bene.

    Quello che serve però, per auto come la Jaguar I-Pace che attirano l’attenzione e garantiscono prestazioni estremamente appaganti, è un’infrastruttura di ricarica ad alta potenza e alta velocità. Anche in città.

    Le auto elettriche ci possono liberare dal petrolio e dall’inquinamento ma necessitano di infrastrutture adeguate.

    L’occasione, anche per Roma

    La nuova mobilità a Emissioni Zero è secondo me una grande occasione da sfruttare per dare attenzione alle nostre città, prima tra tutte certamente la capitale Roma, e realizzare nuove infrastrutture che siano in grado di stimolare e trainare nuovi comportamenti.

    Dobbiamo ricostruire una città bella, pulita e respirabile.

    Non accontentarci di far sopravvivere una città abbruttita, spesso sporca e irrespirabile.