La quota di mercato della Toyota in Europa nel 2020 cresce di 0,7 punti percentuali rispetto al 2019.
I marchi Toyota e Lexus raggiungono il 6% del totale delle vendite continentali, facendo segnare un record assoluto per l’azienda in Europa.
Fattore ibrido
Il successo della Toyota in Europa e in Italia ha un motivo ben preciso, legato alla popolarità raggiunta della tecnologia ibrida tra i clienti. La domanda dell’intera gamma Full Hybrid, secondo i dati comunicati dalla casa giapponese, è in continua crescita.
Il successo dell’ibrido ha spinto la Toyota al terzo posto assoluto tra i marchi di autovetture più venduti in Europa.
La Toyota in Europa ha registrato nel 2020 un totale di vendite di 993.113 veicoli Toyota e Lexus, in calo del 9% rispetto al 2019 a causa della contrazione totale dovuta alla pandemia in corso, ma con un risultato decisamente migliore rispetto al mercato complessivo che si è contratto del 20%.
Full Hybrid al 65%
La percentuale di vetture ibride vendute sul totale dei mercati dell’area europea è del 53%, che però diventa il 65% nell’Europa occidentale di cui il nostro mercato fa parte.
Le vendite di auto Full Hybrid, pari a 529.054 unità, registrano una diminuzione del 6% rispetto al 2019, con una contrazione ulteriormente inferiore – quindi – rispetto al totale delle vendite in Europa.
Al termine del primo lockdown che ha interessato tutta l’Europa durante la primavera scorsa, le vendite della Toyota in Europa sono cresciute progressivamente tra luglio e dicembre 2020. In questo periodo i modelli Toyota hanno registrato un incremento dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2019.
È stato decisivo, per il successo nell’anno, il lancio della nuova Toyota Yaris Hybrid, che a novembre 2020 ha raggiunto il secondo posto tra le auto più vendute in Europa.
Risultati in Italia
La Toyota in Italia nel 2020 ha registrato 75.250 immatricolazioni e una quota di mercato del 5,4%, in crescita di 0,4 punti percentuali rispetto al 2019.
Siamo molto soddisfatti dell’andamento di Toyota e Lexus nel 2020, nonostante la pesante flessione che ha interessato il mercato dell’auto in Italia.
Commenta Luigi Ksawery Luca’, Amministratore Delegato di Toyota Motor Italia.
Elettrificate al 70%
Il Gruppo Toyota ha visto ulteriormente crescere la quota di veicoli elettrificati sul totale delle sue vendite.
Nel 2020 le auto elettrificate hanno raggiunto il 70% del totale delle vendite della Toyota in Italia (+1,7 punti percentuali rispetto alla percentuale del 2019).
Questa percentuale è destinata a crescere ulteriormente – continua Luigi Ksawery Luca’ – in linea con la nostra strategia di sviluppare contemporaneamente tutte le soluzioni elettrificate: il Full Hybrid, l’ibrido plug-in, i veicoli elettrici a batteria e quelli alimentati ad idrogeno.
Toyota Yaris Hybrid superstar
Cruciale, anche nel nostro paese, il risultato della nuova Toyota YarisHybrid.
Nel mese di dicembre la Toyota Yaris Hybrid ha confermato i risultati eccezionali del mese precedente, piazzandosi al secondo posto tra le auto più vendute in Italia con 4.946 immatricolazioni e la prima posizione nel segmento B, con una quota del 18,2%.
Se si concentra l’attenzione sulla quota di vendita ai clienti privati, la prima posizione è rafforzata da una quota del 21,4%.
Numeri che confermano il grande successo della vettura, l’ibrida più venduta di sempre in Italia con oltre 143.000 immatricolazioni dalla sua introduzione nel 2012.
Volvo Italia con 18.151 immatricolazioni chiude il 2020 con una quota di mercato pari all’1,3%, la più alta degli ultimi 25 anni.
Oltre all’innovazione di stile iniziata anni fa con la nuova versione dell’ammiraglia Suv Volvo XC90, a far balzare in alto l’affermazione del marchio Volvo in Italia c’è il successo delle versioni elettrificate (plug-in hybrid e full electric), pari a oltre il 40% del totale.
La quota di mercato della Volvo in Italia è in crescita per il quarto anno consecutivo, a riprova di un gradimento ormai radicato nelle scelte degli automobilisti italiani.
Modello elettrico in arrivo
A rafforzare ulteriormente il peso dell’elettrificazione nella presenza Volvo sul mercato italiano, sta per arrivare il primo modello con trazione completamente elettrica, la Volvo XC40 Recharge P8.
Volvo XC40 Recharge elettrica
La Volvo XC40 Recharge con trazione esclusivamente elettrica è equipaggiata con trazione integrale e garantisce – secondo i dati del costruttore – un’autonomia di percorrenza di oltre 400 km con una ricarica completa, secondo il ciclo di omologazione WLTP.
La potenza disponibile è di 408 cavalli e la batteria può essere ricaricata all’80% della capacità in 40 minuti utilizzando un dispositivo di ricarica rapida.
Grande attenzione alla sicurezza
Partendo dai già elevati standard di sicurezza della XC40 con motorizzazione tradizionale, la Volvo ha riprogettato e rinforzato la sezione anteriore della XC40 Recharge P8 per garantire la corretta resistenza all’impatto anche in assenza del motore a combustione interna dal vano motore.
La batteria è collocata al centro della carrozzeria ed è protetta da una gabbia di sicurezza di alluminio, capace di garantire una zona adeguatamente deformabile attorno agli accumulatori, capace di assorbire e dissipare l’energia cinetica in caso d’urto.
Sempre più premium
Le 18.151 immatricolazioni, che hanno consentito nel 2020 alla filiale italiana di Volvo il migliore risultato in termini di quota di mercato da 25 anni a questa parte, sono caratterizzate dall’ottimo risultato nei segmentipremium sui quali sono posizionati i modelli della gamma.
La Volvo sui segmenti premium in Italia – cioè quelli relativi alle auto alto di gamma come posizionamento di qualità, finiture, prezzo e allestimento – in Italia è passata dal 10,4% del 2019 al 12,4% del 2020.
Impatto Covid minore del mercato
La Volvo in Italia ha subito una contrazione rispetto al 2019 – dovuta alle incertezze e ai periodi di lockdown che hanno fortemente perturbato il mercato – nettamente inferiore rispetto all’intero comparto delle auto nuove.
La Volvo in Italia registra infatti un -17% rispetto al 2019, contro un calo del 28% del mercato totale.
Il risultato è ancora più significativo nei segmenti specifici sui quali sono presenti i modelli Volvo – quelli alto di gamma, appunto – per i quali la perdita del marchio svedese è stata del 3% contro un -19% fatto segnare dai segmenti premium nel loro complesso.
Volvo XC40 e XC60 le preferite in Italia
I modelli più venduti in Italia sono il SUV compatto Volvo XC40, con oltre 9.700 unità immatricolate, e la Volvo XC60, che ha superato quota 4.200 unità immatricolate.
Elettrificazione di successo
Le versioni elettrificate, composte cioè da ibride plug-in e full electric (già presenti sul mercato, visto che la XC40 Recharge è ordinabile dai clienti) hanno costituito oltre il 40% delle vendite.
Grande crescita rispetto al 2019, quando la quota delle motorizzazioni plug-in hybrid era stata pari soltanto al 7,5%.
Volvo si distingue come l’unico brand premium capace di crescere del 2 per cento in termini di quota di mercato rispetto al 2019.
Commenta Michele Crisci, presidente della Volvo car Italia.
Appare evidente che anche per gli automobilisti italiani la transizione verso l’elettrificazione è una realtà di fatto. E questa è di per sé una svolta determinante per il futuro.
Ecoincentivi auto 2021, dal primo gennaio sarà di nuovo possibile acquistare un’auto Euro 6 con un bonus di 3.500 euro.
La Commissione Bilancio ha approvato l’emendamento che per i primi sei mesi del 2021 (quindi dal 1° gennaio al 30 giugno) applica anche alle auto nuove Euro 6 un vantaggio economico all’acquisto in caso di rottamazione di una vecchia vettura.
Auto Euro 6
L’emendamento prevede che in caso di rottamazione di un’auto di almeno dieci anni si ha diritto a un incentivo di 3.500 euro (1.500 di incentivo statale e 2.000 euro di sconto netto del venditore).
Auto ibride ed elettriche
Per le auto elettrificate il testo approvato prevede il rifinanziamento di quanto già previsto nei precedenti decreti.
370 milioni alle auto e 50 ai veicoli commerciali
Stanziati 250 milioni di euro per gli incentivi all’acquisto di auto Euro 6 fino a giugno 2021.
Ulteriori 120 milioni di euro sono stati all’elettrico per acquisti fino a tutto dicembre 2021 e 50 milioni di euro ai veicoli commerciali.
Vantaggi anche per i veicoli commerciali
Per i primi 6 mesi del 2021 arriva quindi anche un ecoincentivo per il ricambio dei veicoli commerciali.
Anche nel caso dei commerciali particolare attenzione viene data all’elettrico puro, con 10 milioni destinati ai veicoli a batterie.
Nuovo limite massimo per la CO2
Il valore delle emissioni massime di CO2 (dato di omologazione) per accedere al contributo è stato portato a 135 g/km dai precedenti 110 grammi al chilometro.
Questo per tenere conto dell’incremento dei valori di omologazione relativi alle emissioni, visto che si fa un nuovo passo nell’adozione del protocollo Wltp e dal 1° gennaio il vecchio dato basato sul ciclo di omologazione Nedc andrà in pensione.
Ecoincentivo tra 3.500 e 10.000 euro
Per auto con emissioni di CO2 nella fascia 0-60 g/km (elettriche e ibride, principalmente plug-in), è previsto un extrabonus di 2.000 euro in presenza di rottamazione di un’auto immatricolata fino al 31 dicembre 2010, oltre a un pari contributo a carico del venditore.
Senza rottamazione i contributi dello Stato e del concessionario/casa auto, si dimezzano a 1.000 euro.
Per le vetture nella fascia tra 61 e 135 g/km, il contributo è previsto solo in presenza di rottamazione e ammonterà a 3.500 euro (1.500 euro dallo Stato e 2.000 euro dalla concessionaria/casa auto).
Scadenze e limiti di prezzo
La scadenza è fino a esaurimento fondi, oppure al 30 giugno 2021 per le auto 61-135 g/km di CO2 e al 31 dicembre 2021 per quelle 0-60 g/km di CO2.
I limiti al prezzo di listino delle auto – compresi accessori ed escluse Iva, Ipt e messa su strada – per avere diritto al contributo sono: 50.000 euro per le 0-60 g/km e 40.000 per le 61-135 g/km.
Quadro riassuntivo
0-20 g/km senza rottamazione: 6.000 euro (5.000 euro Stato + 1.000 euro concessionario);
0-20 g/km con rottamazione: 10.000 euro (8.000 euro Stato + 2.000 euro concessionario);
21-60 g/km senza rottamazione: 3.500 euro (2.500 euro Stato + 1.000 euro concessionario);
21-60 g/km con rottamazione: 6.500 euro (4.500 euro Stato + 2.000 euro concessionario);
61-135 g/km con rottamazione: 3.500 euro (1.500 euro Stato + 2.000 euro concessionario).
Coronavirus e crisi economica sono ormai un tutt’uno. Questa constatazione porta parecchi osservatori a ipotizzare un rallentamento nel processo di elettrificazione dell’auto.
L’equazione
L’equazione presentata da molti relativamente al rapporto tra Coronavirus, crisi economica ed elettrificazione è semplice, quasi banale. L’auto elettrificata costa di più dell’auto con tecnologia convenzionale.
Inoltre, se si tratta di un’auto con tecnologia ibrida plug-in, oppure esclusivamente elettrica a batterie, i sistemi di ricarica richiedono anche investimenti importanti in nuove infrastrutture.
Quindi, l’auto della nuova specie nel difficile scenario economico dei prossimi anni sarà completamente fuori mercato.
Gli indizi
Il primo indizio citato a supporto di questa tesi così elementare è il crollo senza precedenti del mercato dell’auto in tutti i paesi interessati dalla pandemia di Covid-19. Nessuno ha voglia di auto mentre fa la guerra al virus, figuriamoci se si complica la vita andando a cercare nuove soluzioni.
Il secondo indizio, terribilmente efficace, è la caduta del giro d’affari in quasi tutti i settori dell’economia. Con conseguente perdita di posti di lavoro e di potere d’acquisto. Pochi soldi in giro, uguale poco interesse per tecnologie elettrificate e più costose.
Il terzo indizio è relativo all’enorme necessità di denaro per tamponare con interventi pubblici la caduta del mercato, i fermi produttivi e gli adattamenti necessari nella fase – che si prevede lunga – del distanziamento sociale e della grande attenzione comportamentale per impedire la ripresa dell’epidemia.
Se il denaro serve per far sopravvivere interi settori produttivi, non può essere indirizzato verso gli investimenti sulle infrastrutture necessarie alla diffusione delle auto elettrificate ricaricabili.
L’errore
Chi immagina un ritorno da protagonista di un’auto retrograda sul mercato dell’auto, invece, si sbaglia di grosso.
Nel crollo dei mercati dell’auto in tutta Europa, accanto agli evidenti e pesanti “segni meno” relativi alle vendite globali e a quasi tutte le categorie di veicolo, c’è un solo “segno più” e riguarda proprio le auto elettriche ed elettrificate con tecnologia ibrida Full-Hybrid e Plug-in Hybrid.
Segno più sui principali mercati
Secondo i dati ACEA e UNRAE, a marzo 2020 si registra –85% dell’Italia, con l’insieme dei 5 Major Markets a -56% (Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Spagna).
In Germania, Regno Unito e Francia, però, crescono a tassi a doppia e anche tripla cifra le immatricolazioni di elettriche plug- in ed elettriche pure (queste ultime anche in Italia), con quote di mercato complessive mai viste prima, tra il 7% del Regno Unito e il 12% della Francia, con il 9% in Germania
Germania
Auto ibride al 12,5% di quota (+62%), con le ibride plug-in che registrano un +208%. Mentre le auto elettriche fanno segnare +56%.
Francia
Ottimo risultato dei veicoli ibridi (+47%), con un +140% delle ibride plug-in (che sono al 2,6% di quota). Le ibride nel complesso raggiungono quasi l’11% del mercato complessivo (+6 punti percentuali). Le auto elettriche segnano una crescita del 145% e arrivano al 7,1% di quota
Regno Unito
Le auto elettriche triplicano quasi le immatricolazioni con un +197% e balzano in avanti nella quota passando dallo 0,9% al 4,6%. Le auto ibride plug-in fanno registrare un +38%.
I pochi soldi che ci saranno durante la crisi economica che ci aspetta, quindi, saranno spesi con grande parsimonia. Si tratterà più di investimenti, per le singole famiglie e imprese, che di spesa intesa come semplice costo. Investire dei soldi, significa guardare a tecnologie che promettono di durare nel tempo, non a tecnologie obsolete – per quanto convenienti.
Il mercato del futuro
Il mercato dell’auto nei prossimi anni sarà caratterizzato da numeri certamente e sostanziosamente inferiori rispetto agli anni pre-Coronavirus, come prevedono tutti gli operatori del settore. All’interno di quei numeri, però, le tecnologie elettrificate aumenteranno il loro peso relativo
Non solo, perchè cresceranno anche in termini assoluti andando a costituire la vera e solida ossatura sulla quale crescerà il mercato dell’auto del futuro.
Investimenti strategici
Anche la questione degli investimenti pubblici e dell’indirizzo da parte della mano pubblica dei grandi investimenti privati in una lettura legata a Coronavirus, crisi economica ed elettrificazione è tutt’altro che ostativa.
La rinascita economica si basa sulle grandi opere, che intese in forma moderna non sono soltanto ponti, autostrade, stadi o roba simile. Le grandi opere del presente e del futuro sono nell’infrastruttura di servizio al bene comune.
Certamente l’istruzione, la ricerca e la sanità come ci insegna con ferocia l’esperienza Coronavirus. Io faccio parte di questo mondo (istruzione e ricerca) e spero che finalmente sia una visione condivisa la necessità di investire sull’educazione e l’innovazione per il nostro futuro.
Ma anche grandi reti, come quella delle telecomunicazioni, dell’energia e – in modo specifico – dell’elettricità intelligente.
L’auto che si ricarica dalla presa elettrica fa parte di almeno due di queste reti strategiche per il futuro di ogni società: la rete delle telecomunicazioni e quella dell’elettricità.
Gli investimenti per evolvere queste due reti continueranno e – auspicabilmente – aumenteranno nel prossimo futuro. Proprio per farci uscire dalla crisi nella quale un virus globale ci ha cacciati.
Questione ambientale
Un ulteriore elemento che in troppi sembrano aver dimenticato, è che all’uscita dal tunnel ci aspettano gli stessi problemi ambientali di prima.
Le emissioni si sono ridotte momentaneamente con il fermo generalizzato e planetario di moltissime attività. Ma il cambiamento climatico è un nemico che ci aspetta rabbioso, non è stato ancora né affrontato, né tantomeno sconfitto.
Coronavirus e crisi economica non ci potranno esimere dal doverlo affrontare e l’elettrificazione nel settore dell’auto è uno dei principali strumenti a nostra disposizione. Non la potremo abbandonare.
Insieme all’esperienza del Coronavirus, la questione ambientale sarà l’altro grande elemento che disegnerà il nostro futuro.
C’è poi l’aspetto psicologico a chiarire ulteriormente il quadro nel rapporto tra Coronavirus, crisi economica ed elettrificazione.
Non si esce da una crisi guardando al passato, ma rivolgendo l’attenzione completamente al futuro. Non c’è grande crisi della nostra storia che si sia conclusa con mercati caratterizzati da tecnologie obsolete.
Al contrario, all’uscita dal tunnel si ha addirittura voglia di salti in avanti dal punto di vista tecnologico.
L’arrivo su larga scala e con u peso importante – relativamente al totale del mercato – delle tecnologie di trazione auto altamente elettrificate (Full Hybrid, Plug-in Hybrid, Elettrico puro a batterie e, perchè no, a idrogeno) può essere addirittura accelerato della crisi economica che ci attende.
Si venderanno meno auto, questo è sicuro, ma quelle che si venderanno saranno maggiormente elettrificate.
Nei primi due mesi dell’anno si confermano alcuni aspetti del mercato auto già delineati nel 2019.
Sempre prima la Fiat Panda
La top-three delle più vendute vede la Fiat Panda in testa e – staccate a debita distanza – Lancia Ypsilon e Renault Clio, la straniera più venduta nel nostro Paese.
Ascesa della carrozzeria dei crossover e dei Suv, che hanno raggiunto quasi la metà del mercato (l’altra occupata dalle intramontabili berline) e ascesa importante della motorizzazione a benzina (44,9%) a discapito del demonizzato diesel (34,8% la quota a febbraio).
Raddoppiano le ibride
Ma la nota positiva più evidente è sicuramente l’avanzata inarrestabile sul mercato auto delle vetture elettrificate.
Le auto ibride, con una quota dell’11%, raddoppiano i propri volumi: oltre 18mila unità a febbraio 2020, contro le 9.457 dello stesso periodo nel 2019.
Va però notato che sono molti i modelli in classifica omologati come ibridi ma dotati di tecnologia Mild Hybrid a bassa e bassissima elettrificazione.
Ford Puma Mild Hybrid
In questo scenario si registra l’ottimo risultato della nuovissima Ford Puma che in due mesi, grazie al suo sistema Mild Hybrid, è riuscita a conquistare il gradino più alto del podio, da sempre occupato dalle ibride per eccellenza della Toyota.
Toyota Yaris e Toyota C-HR rimangono comunque regine del mercato nelle tecnologie ad elevata elettrificazione, grazie al loro sistema Full Hybrid.
Toyota C-HR Full Hybrid
Decuplicate le elettriche
Il mercato auto di febbraio 2020 registra un exploit inaspettato, viste le carenze infrastrutturali ancora persistenti in Italia, per le immatricolazioni delle auto elettriche.
Da 253 a 2.530 unità
Le auto a batterie si sono decuplicate passando da 253 unità del febbraio 2019 a quota 2.530 nel febbraio 2020 (1,5% la quota sul totale del mercato rispetto allo 0,1%).
Al primo posto di questa speciale classifica si piazza la Renault Zoe (387 unità a febbraio contro le appena 10 dello stesso mese 2019).
Volkswagen Up! elettrica
Seconda laVolkswagen Up! (341 contro le due dell’anno precedente), terza la Peugeot 208 (287).
La classifica prosegue con Smart fortwo (ora solo in versione elettrica di cui sono state vendute 286 unità contro le 28 del 2019), la premium Tesla Model 3 (236 rispetto a 80) e la Nissan Leaf a quota 234 contro le 48 del 2019.
La classifica vede al settimo posto la VW Golf (123 contro le 6 del 2019), la Mini (123), la Opel corsa (117) e la Ds3 Crossback e-Tense (72 unità).
Nella classifica cumulativa gennaio-febbraio l’unica differenza da segnalare è la Hyundai Kona che entra in ottava posizione (219 unità).
Mercato in forte calo
Il netto calo del mercato auto a febbraio, periodo durante il quale si sono registrate 162.793 immatricolazioni, con una variazione di -8,80% rispetto a febbraio 2019, preannuncia però una situazione a dir poco preoccupante per i prossimi mesi.
Colpa del clima di sfiducia che si sta diffondendo sempre più tra i clienti e, come spiega l’Unrae, l’unione nazionale dei rappresentanti degli autoveicoli esteri, delle difficoltà che si stanno vivendo in questo momento storico per il nostro Paese per la grave emergenza del Coronavirus.
Appello dell’Unrae
«Qualora il settore automotive – che rappresenta circa il 10% del PIL italiano – venisse abbandonato a se stesso – spiega l’Unrae – la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, con conseguenze irreparabili sull’economia del nostro Paese”.
“Stimiamo infatti un rischio concreto che nel 2020, in assenza di tempestivi e robusti interventi di sostegno, il mercato registri un calo di circa 300mila veicoli rispetto al 2019 nel solo comparto autovetture, senza considerare i veicoli commerciali già in forte sofferenza da mesi».
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