fbpx
  • Nasce il marchio Afeela, Sony e Honda accelerano verso l’auto digitale

    La nascita del marchio Afeela, nato dalla joint venture tra Sony e Honda, è l’anteprima di nuovi scenari nell’era dell’auto elettrica e digitale.

    Prende infatti forma l’ingresso delle grandi firme della tecnologia in un settore che vivrà di piattaforme tecnologiche hardware e software condivise tra in vari marchi, ma al tempo stesso personalizzate per ogni singolo costruttore e modello.

    L’auto e la mobilità sono attese da relazioni orizzontali tra produttori automobilistici tradizionali e fornitori hi-tech, il cui arrivo nel mondo dell’auto è stato finora annunciato e temuto, ma non si è mai compiutamente realizzato.

    Afeela concept car Ces 2023

    Prima auto di un gruppo hi-tech ad arrivare sul mercato

    La concept car a marchio Afeela, apparsa al Consumer Electronics Show di Las Vegas 2023, potrebbe essere il primo prodotto di un marchio nato da una grande azienda della tecnologia (Sony) a raggiungere il mercato, seppur grazie alla collaborazione con un costruttore tradizionale (Honda).

    Il Ceo della Sony Honda Mobility, da cui nasce il marchio Afeela, Yasuhide Mizuno, prevede tempi stretti.

    L’inizio dei preordini è fissato per la prima metà del 2025, la vendita entro la fine del 2025 e la consegna a partire dalla primavera del 2026 in Nord America.

    Con un potenziale sbarco successivo anche in Europa, naturalmente.

    Caratteristiche del prototipo

    Oltre la linea elegante a tre volumi lunga 490 cm, con telecamere a sostituire i classici specchietti, c’è soprattutto un progetto puntato sulla guida autonoma di Livello 3.

    Questo grazie a una tecnologia di visione stereoscopica attorno alla vettura ricavata dall’utilizzo di

    un totale di 45 tra telecamere e sensori all’interno e all’esterno del veicolo laterali

    come precisa Mizuno, che nella stessa conferenza stampa di presentazione al Las Vegas Convention Center ha anticipato anche la collaborazione con Epic Games, ovvero l’uso del suo motore grafico 3D Unreal Engine per l’interfaccia del monitor che attraversa completamente la plancia.

    Afeela interni concept

    Nuovi contenuti

    Non è un caso, se consideriamo come l’entrata di Sony nel mondo automobilistico permetta di far convergere nel settore, senza intermediari, la sterminata library di contenuti multimediali di cui l’azienda di Tokyo detiene i diritti o che direttamente produce, con i Sony Pictures Studios di Los Angeles in prima linea.

    C’è però ancora più spessore industriale nel concept Afeela, in assenza di dati tecnici forniti alla stampa, ma con la presenza allo stand Sony di Cristiano Amon, Ceo di Qualcomm.

    Qualcomm

    La Qualcomm dal 2004 ha costruito rapporti stretti di collaborazione con 24 marchi automobilistici nel mondo, con previsioni per un fatturato nel settore di 4 miliardi di dollari entro il 2026, ben 9 miliardi nel 2031.

    Con sede a San Diego, nel 2022 Qualcomm ha un fatturato 44 miliardi di dollari ed è tra le prime cinque aziende produttrici di chip al mondo, con una leadership ormai consolidata nelle architetture di tipo Arm, che secondo gli esperti hanno grandi potenzialità di ulteriore sviluppo.

    Afeela piattaforma digital chassis

    Digital chassis

    La rete di semiconduttori nell’auto diventa ora una vera e propria piattaforma hardware, come la Snapdragon Digital Chassis di Qualcomm, che verrà utilizzata per la prima volta proprio per la  concept Afeela.

    A cambiare è l’intera distribuzione delle operazioni di elaborazione delle informazioni destinate ai vari servizi, dagli Adas alla gestione della marcia o all’intrattenimento di bordo, non più distribuite su diversi processori ma affidate ad una unica Cpu.

    E’ l’inevitabile orizzonte su cui stanno lavorando in autonomia anche gruppi come Volkswagen, con la sua prossima piattaforma SSP.

    La Qualcomm proporrà il suo digital chassis sul mercato in modo orizzontale, a disposizione di molti costruttori e aggiornabile nelle funzioni grazie all’utilizzo di un ambiente software basato sulla distribuzione Yocto di Linux.

    L’approccio è centralizzato per le funzioni di connessione 5G di tipo C-V2X (Cellular-vehicle-to-everything), ovvero con altri veicoli e con le infrastrutture stradali, ma anche una linea Power Line Communications (PLC) per l’interfaccia con smart grid e stazioni di ricarica intelligente.

    All’unità di calcolo centrale, il nuovo chip Ride Flex, è anche affidata la gestione della sensoristica, l’assistenza alla guida autonoma e virtualizzazione delle condizioni di marcia, ovvero la determinazione assoluta della posizione del veicolo in rapporto alla cartografia e   al riconoscimento di ostacoli e segnali attraverso le videocamere.

    Piattaforma digital chassis Afeela

    Aggiornamento over-the-air

    Tutto questo con possibilità di aggiornamento Over The Air in un ambiente Car to Cloud che permette la personalizzazione della vettura e l’aggiunta incrementale di funzioni. 

    La concept Afeela rappresenta in tutto questo un’apripista, con il Gruppo Renault e quello Stellantis già coinvolti nell’adozione dello Snapdragon Digital Chassis, che ambisce a diventare uno standard.

    L’obiettivo è l’accorciamento in modo molto sensibile del Time to Market (cioè il tempo di sviluppo) delle nuove vetture, facendo nel contempo da volano ad un cambiamento sostanziale nel metodo.

    Afeela presentazione Ces Las Vegas 2023

    L’associazione giapponese dei costruttori gradisce

    Parlando a nome della Japan Automobile Manufacturers Association (JAMA), il vicepresidente Toshihiro Mibe, Ceo di Honda Motor, ha recentemente ribadito che:

    In Europa, Stati Uniti e Cina molti nuovi player entrano nella produzione di veicoli elettrici.

    Ci sarà una combinazione di approcci di produzione diversi e coesistenti. Quindi siamo molto positivi riguardo a tutti i cambiamenti nel settore.

    L’arrivo del gigante Sony è visto quindi dall’industria dell’auto giapponese come un’opportunità per mantenere fortemente radicata nell’arcipelago del Sol Levante gran parte della conoscenza e della capacità industriale necessaria per le future generazioni di veicoli.

  • Sony entra nell’automobile con Honda. L’elettronica finalmente ci mette la faccia per la mobilità

    Tanto tuonò che alla fine piovve. I tuoni erano stati due apparizioni al Ces con due prototipi di vetture. La pioggia è che la Sony entra nel mondo automotive e lo fa con una joint-venture insieme ad Honda in vista del debutto su mercato per il 2025.

    Chi attende e chi osa

    L’evento è ancora più rilevante perché da tempo i tuoni si sentono anche dal versante dell’elettronica di consumo e della telefonia, ma è la Sony a compiere il grande salto come costruttore. Prima della società di Minato ci aveva provato in proprio la Dyson, e vi ha rinunciato. Apple continua a meditare, ma non c’è ancora alcun segno tangibile.

    Foxconn chi?!

    Vero è che già Foxconn ha annunciato una mossa analoga nei mesi scorsi. Si vocifera anche che sarà la società di Taiwan (che già produce i suoi smartphone) a dare una mano ad Apple. Ma la differenza è proprio nel brand: Sony è un marchio globale spendibile commercialmente mentre Foxconn è un attore industriale.

    L’automobile fa paura

    Nel frattempo gli altri giganti (Panasonic, LG, Samsung, Google…) nicchiano o si accontentano di essere fornitori di tecnologia. È la logica conseguenza del fatto che l’auto è sempre più batteria, elettronica e software. Eppure la complessità del mondo automotive spaventa anche le aziende più ricche e forti.

    A Honda le auto, a Sony i servizi

    La lettera di intenti firmata lo scorso 4 marzo da Honda Motor Co. e Sony Group Corporation prevede un’alleanza strategica per la mobilità, i servizi di mobilità dunque sviluppo e commercializzazione di auto elettriche e dei relativi servizi. La joint-venture avrà un nome ed un assetto definitivi entro la fine del 2022.

    Le affinità complementari

    L’obiettivo è mettere insieme le capacità di sviluppo e applicazione di Sony per l’immagine, la sensoristica, telecomunicazioni, reti e intrattenimento insieme a quelle di Honda. Parliamo di sviluppo dei prodotti e della loro industrializzazione e di attività post-vendita che rimangono gli aspetti più specifici dei produttori di automobili. E non solo.

    L’abitudine alla complessità

    Honda può mettere in campo capacità davvero uniche. Oltre ad essere il più grande produttore di motori al mondo, il costruttore giapponese sviluppa, vende e assiste a livello globale una varietà incredibile di prodotti: dal minigeneratore domestico agli aerei jet business, passando per i motocicli e le automobili.

    Due esperienze per una nuova esperienza

    Trattasi dunque di un connubio che appare pronto ad affrontare tutte le complessità del caso mescolando il meglio dei due mondi. La convergenza riguarda non solo i processi industriali, ma anche le modalità di fruizione, i canali di distribuzione e di contatto con i clienti. In definitiva: vuole creare una nuova esperienza.

    Un nuovo pubblico

    Del resto, tale convergenza è stata avviata da tempo. E non riguarda solo la tecnologia di bordo e i contenuti, ma anche la forma, il tipo di pubblico a cui ci si rivolge e, ancor prima per i luoghi. Non è infatti un mistero che le manifestazioni come il CES di Las Vegas siano diventate saloni dell’automobile.

    Leggi l’articolo su al Ces c’è la Vision S. S come Sony

    Alla ricerca di un business model

    E non si tratta solo di una questione di immagine legata alle tecnologie, ma anche di clientela. Intercettare la nuove generazioni, sempre meno sensibili al fascino dell’automobile, ma sempre bisognose di muoversi attraverso nuove modalità, è un’esigenza imprescindibile per adattare il modello di business ai tempi.

    Le Vision non erano un gioco

    La Sony ha fatto l’inverso: al CES, accanto ai suoi televisori e alle sue famose consolle da gioco, ha presentato nel 2020 la berlina Vision-S e nel 2022 il Suv Vision-S 02. Circostanza che ha automaticamente ribattezzato la prima come Vision S-01. Nel 2021 Sony aveva invece fatto circolare le prime foto del prototipo marciante.

    Sony Mobility, software per l’elettrico

    Con la Vision-S 01 Sony aveva annunciato di aver lavorato insieme a Bosch, ZF e Magna ovvero tra i più grandi fornitori del settore automotive. Svelando la S 02 nel 2022 era stata annunciata la costituzione della Sony Mobility, con l’intento di entrare nel settore automotive nel campo del software per l’auto elettrica.

    Non solo competenze

    Tutto sembrava terribilmente simile a quello che era spesso successo. Le Vision S erano dunque semplici dimostratori e la Sony si sarebbe ritagliata un ruolo come fornitrice di competenze che conosce molto bene: la batteria agli ioni di litio e suo il software di gestione. Nessuno poteva pensare ad Honda.

    Leggi l’articolo su ioni di litio, la batteria da Premio Nobel per la Chimica

    Tutte cose della Rete

    D’altro canto, già le idee presenti all’interno della Honda e avvicinano molto l’automobile ad uno spazio mobile di intrattenimento. Con un design minimale quanto sofisticato. Al centro, l’idea che l’automobile, come qualsiasi device contemporaneo, debba essere elettrico, ricaricabile, connesso e definito a partire dal software.

    Honda E
    Il design della tecnologia

    Da questo punto di vista, un’automobile e una Playstation hanno già molto da spartire. Non a caso, per presentare i concetti di base della Vision S, la Sony mandò in avanscoperta un designer e uno dei massimi vertici dell’azienda, responsabile per uno dei settori più promettenti per l’interfaccia uomo-macchina.

    Intelligenza ed autonomia

    Nel primo caso parliamo del direttore creativo Daisuke Ishii, a capo di un team i cui unici membri non giapponesi sono Henrik Erbeus e l’italiana Linda Lissola. Nel secondo di Izumi Kawanishi, vice presidente nonché responsabile per l’intelligenza artificiale. Per l’auto questo vuol dire guida autonoma e servizi in cloud.

    L’imbarazzo della scelta

    Alla luce di questo accordo, le Vision S assumono un fascino ancora maggiore, per molti aspetti. Il primo è che sono coinvolti due giganti. Il secondo è che la loro compenetrazione potenziale è enorme. Il terzo è che ci sono campi nei quali Honda e Sony potrebbero persino essere concorrenti tecnologiche.

    Inaspettatamente concorrenti

    Per i motori elettrici e le batterie non è detto che Honda abbia la meglio sulla Sony. E chi dice che non possa accadere viceversa per la sensoristica e l’intelligenza artificiale? Honda vi lavora da molto tempo, come dimostra Asimo. Il robot ha fatto da palestra a diverse tecnologie che sono state poi applicate ad auto e moto.

    Partire dal seminato

    C’è infine da chiedersi quali e quante saranno le Sony-Honda. Probabile che si parta dalle Vision in termini di concetti e design. Entrambe le Vision S sono lunghe 4.895 mm e hanno un passo di ben 3.030 mm. Dunque condividono la stessa piattaforma. Hanno due motori da 200 kW, uno anteriore e uno posteriore, e sospensioni pneumatiche.

    L’ovale come forma di incontro

    La 01 è larga 1,90 metri, alta 1,45 e monta ruote su cerchi da 21”. La 02 è larga 1,93, alta 1,65 e ha un abitacolo configurabile fino a 7 posti. Il design per entrambe è ispirato all’ovale, simbolo di apertura alle varie tecnologie. Plancia a tutto schermo e retrovisori sostituiti da telecamere ricordano quelli della Honda e.

    Ci vorrebbe un logo, anzi no

    Rimangono molte altre domande alle quali nei prossimi mesi saranno date risposte. Ma la fantasia porta a chiedersi come si chiamerà questo nuovo brand congiunto e quale sarà il suo logo. Le Vision S lo hanno già: due linee che partono da lontano e, prima di incontrarsi deviano diventando parallele.

    A chiare lettere

    Sony ha creato altri brand e lettering di grandi successo. Anche Honda utilizza il marchio dell’ala d’oro per le moto e il nome per esteso per le automobili. Dunque sarebbe più naturale che così avvenisse con le nuove Honda-Sony. Per il nome, potrebbe essere suggestiva la crasi Sonda, un nome che evoca esplorazione e scoperta e che fa pari e patta: due lettere per uno e quella centrale in comune.

    Il brand che sa creare brand

    Una cosa è sicura. Sony è un brand di una tale potenza da poter supportare altri brand rendendoli, allo stesso tempo, riconoscibili come tali e riconducibili a chi li ha creati. Anche Honda ha tutto l’interesse a creare un’entità terza per un motivo molto semplice: se fosse bastata a se stessa, non avrebbe fatto un accordo con Sony.

  • Al CES di Las Vegas c’è la Vision-S. S come Sony

    Ci hanno provato Apple, Google e persino Dyson. Ora ci prova anche Sony. La mobilità anzi – e chiamiamola con il suo nome! – l’automobile ha colpito ancora al cuore e anche la grande azienda giapponese non ha resistito presentando al CES di Las Vegas la Vision-S.

    Sony S-Vision

    Un’elettrica quasi normale

    La Vision-S è un’automobile 5 porte con carrozzeria a 2 volumi lunga 4,92 metri e spinta da un motore elettrico per assale da 200 kW. Raggiunge i 240 km/h e accelera da 0-100 km/h in 4,8 secondi, numeri alquanto prudenziali vista la potenza totale che, tradotta in cavalli, ammonta a 544 anche se pesa 2,3 tonnellate.

    Chi inventò la batteria al litio?

    La responsabile principale è ovviamente la batteria che, con ogni probabilità è firmata Sony. Bisogna infatti ricordare che nel 1991 fu proprio lei a introdurre la tecnologia degli ioni di litio. E poi c’è tutto quello che Sony già dà o potrebbe dare al mondo dell’automobile come sensori fotografici, sensoriali e LiDAR.

    Sony S-Vision

    Tutte le tecnologie per l’automobile

    Ci sono poi il 5G, la fusione sensoriale, il Time-of-Flight, il deep learning e l’intelligenza artificiale, tecnologie fondamentali per la guida autonoma (livello 4), l’interfaccia uomo-macchina e l’over-the-air. Tanti gli schermi, immancabile bagagliaio di uno dei giganti mondiali dell’intrattenimento e del costruttore della Playstation.

    Sony S-Vision

    La bacheca dei desideri

    Nessuno speri però di vedere la Vision-S su strada. Trattasi della vetrina tecnologica di un’azienda che ha molto da dare al mondo della mobilità mentre quest’ultimo ha sempre più bisogno di tutto quello che Sony sa fare, software e hardware.

  • Incognita Batterie agli ioni di litio – Il Ruggito

    Di Mario Cianflone – giornalista del Sole 24 Ore

    Incognita batterie agli ioni di litio.

    Stiamo assistendo a una corsa frenetica, dai connotati quasi irrazionali,  verso le auto elettrificate, totalmente alla spina oppure ibride pliug-in, ma in realtà si sta perdendo di vista un punto chiave: le batterie a ioni di litio. Quanto durano davvero? Quanta energia saranno in grado di fornire al terzo anno? E al quinto? E come funzioneranno nelle elettriche di seconda o terza mano.

    Le risposte, quelle vere, nessuno le conosce.

    Perché i test di laboratorio non bastano e neppure le simulazioni dal Polo Nord al Sahara. La vita reale è tutto un altro film.

    E le batterie ricaricabili a ioni di litio, per quanto perfezionate e migliorate, restano critiche e molto delicate.

    La loro storia, dall’inizio degli anni ’90, è stata costellata da drammi industriali

    Milioni notebook di molte marche richiamati per rischio esplosione delle batterie prodotte da Sony (che per prima le mise in commercio), 50 milioni di accumulatori Nokia per telefonini  sostituiti, per non parlare del disastro realmente esplosivo dello smartphone Samsung Note 7 costato olte 2.5 milioni di smartphone ritirati dal commercio e danni per oltre 10 miliardi di dollari. E le ioni di litio hanno creato problemi al Boeing 787 Dreamliner. E noi tutti sperimentiamo, tutti i giorni, nei nostri smartphone e tablet, la frustrazione per batterie che deperiscono oppure si gonfiano distruggendo il dispositivo.

    Con queste premesse e nonostante le precauzioni prese dalle case automobilistiche e dai loro fornitori di celle per gli EV, i rischi restano e l’affidabilità nel tempo è ancora tutta da verificare.

    Tant’è che i costruttori offrono super garanzie a lunga durata e non lo fanno per beneficienza. Sanno bene che una batteria a ioni di litio invecchia dal momento in cui viene prodotta e che non conoscono con esattezza quali saranno le prestazioni dopo anni e anni, dopo magari mesi di inutilizzo e lasciate totalmente scariche. E visto che il pacco batterie è parte integrante della vettura la sua sostituzione diventa antieconomica o addirittura impossibile.

    E con queste premesse di dubbi ne abbiamo tanti e uno fra tutti è inquietante: non è che saremo costretti a buttare un’auto elettrica dopo 5 anni?

    (Clicca qui e LEGGI l’articolo sul nuovo processo di Riciclo Made in Italy per le Batterie al Litio)