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  • Ford e Volkswagen, definitivo l’accordo per i commerciali e l’elettrico in Europa

    Ford e Volkswagen danno ulteriore sostanza alla loro alleanza. Ford darà infatti a Volkswagen il pick-up Ranger per farsi il nuovo Amarok e un furgone da 1 tonnellata. I tedeschi daranno invece all’Ovale Blu un piccolo van e la piattaforma MEB per un’auto elettrica.

    Ford Ranger

    Nel frattempo è andata a buon fine l’operazione di Argo AI. Volkswagen ha perciò portato soldi a Dearborn (quota e investimenti) e ricerca a Pittsburg. Ford ha, evidentemente, sviluppato qualcosa di più avanzato rispetto a Wolfsburg e alle sue consociate.

    Leggi l’articolo sull’accordo tra Ford e Volkswagen su elettrico e guida autonoma

    Herbert Diess, Jim Hackett e Bryan Salesky
    Un patto da 8 milioni di commerciali

    Il nuovo Amarok arriverà nel 2022 e sarà basato sul Ranger che per l’Europa è costruito in Sudafrica, in Michigan per il Nordamerica, in Argentina per il Sudamerica e in Tailandia per Asia e Oceania. Si tratta dunque del prodotto ideale per essere condiviso da due marchi globali.

    Volkswagen pick-up

    Il futuro Transporter sarà basato sul Tourneo/Custom (che ha anche una versione ibrida plug-in in serie) mentre il Transit Connect deriverà dal Caddy. Tutte e tre queste serie di modelli saranno prodotte in 8 milioni di esemplari nel corso del loro ciclo di vita.

    Ford Tourneo Custom
    Una Ford elettrica su base VW

    Il progetto più intrigante è senza dubbio l’elettrica che Ford costruirà sulla MEB. È la prima volta che Volkswagen condivide la sua nuova piattaforma a zero emissioni. È destinata a fare da base per decine di modelli di tutti i marchi del gruppo e 15 milioni di unità entro il 2028.

    MEB

    La Ford su base MEB sarà presentata nel 2023, sarà sviluppata a Merkeich, vicino Colonia, e venduta solo in Europa con volumi previsti di 600mila unità. Dunque un pezzo fondamentale della strategia di Ford che ha un piano di elettrificazione da 11 miliardi di dollari entro il 2022.

    Ford Mustang Mach-E
    Matrimonio solo di interessi

    Fonti interne tuttavia parlano di un altro modello Ford sempre su base MEB. Herbert Diess, numero 1 a Wolfsburg, ha dichiarato che la MEB è a disposizione di altri costruttori. Il suo sviluppo è costato 7 miliardi e l’obiettivo è creare economie di scala.

    Ford Tourneo Custom

    L’alleanza è destinata a generare importanti risparmi, ma non implica scambi azionari. Una sorta di fidanzamento senza anello per due amanti part-time che hanno problemi opposti. Volkswagen deve massimizzare gli investimenti, Ford deve recuperare profittabilità e valore in borsa.

    Herbert Diess Jim Hackett
    Parallele convergenti

    Questa chiave rende probabili ulteriori progetti in comune e permette altre ipotesi. La prima è che la Ford MEB sarà costruita da Volkswagen. L’Ovale Blu sta chiudendo 3 stabilimenti in Europa mentre Wolfsburg ha riconvertito tutto il suo sistema industriale in funzione dell’elettrificazione.

    Leggi l’articolo sullo stabilimento Volkswagen di Zwickau

    MEB

    La seconda è che, proprio perché i modelli MEB saranno costruiti in tutto il mondo, ci potrebbero essere altre Ford elettriche costruite per altri mercati. Volkswagen potrebbe così ottimizzare i suoi immobilizzi e Ford ridurre al massimo nuovi investimenti in impianti industriali.

    Leggi l’articolo sulla strategia di Ford per l’auto elettrica in Europa

    Ford Ranger
    Le politiche e la politica

    Per un costruttore americano inoltre, oltre al problema economico, c’è anche quello politico. Il presidente Donald Trump, ha più volte osteggiato la delocalizzazione i nuovi investimenti al di fuori dei confini degli USA. Una politica industriale “snella” dunque sarebbe vista meglio.

    Donald Trump

    Volkswagen ha già annunciato che costruirà modelli MEB presso il proprio stabilimento di Chattanooga, in Tennessee. General Motors e Honda hanno già unito le forze per l’elettrico. Grazie all’alleanza con Volkswagen, Ford potrebbe rispondere con un’operazione a prova di ira e di dazi.

    Leggi l’articolo dell’accordo tra GM e Honda per l’auto elettrica

    Volkswagen Chattanooga
    Possibili cambi di linea

    Su quest’ultima ipotesi tuttavia pesa il fattore leadership. Dal primo luglio infatti Ralf Brandstätter prenderà il posto di Diess per il marchio Volkswagen e a novembre ci sono le elezioni presidenziali americane. Un cambio alla Casa Bianca porterebbe sicuramente a rivedere i piani industriali di tutti i costruttori.

    Ralf Brandstätter

    D’altro canto, sembra che l’accantonamento (parziale) di Diess sia la conseguenza diretta del faticoso avvio della ID.3. La grande macchina basata sulla MEB non parte con i crismi della impeccabilità. La sua condivisione potrebbe essere perciò oggetto di un diverso atteggiamento qualora si concretizzasse una nuova leadership.

    Leggi il dossier sulla Volkswagen ID.3

  • Finalmente Ford elettriche in Europa

    La Ford nell’auto elettrica ed elettrificata vuole starci, e vuole farlo anche in Europa, finalmente in modo serio.

    Ha infatti creato una nuova posizione assegnando a Steve Hood la carica di Director of Electrified Vehicle di Ford Europa incaricandolo di sviluppare una strategia di business che abbia al centro i veicoli elettrificati e i relativi servizi. Mai prima d’ora Ford aveva riposto così tanta attenzione al nostro Continente per qualcosa di così innovativo preferendo dargli prodotti decisamente “mainstream”. E anche quando uno slancio c’era stato, presto ne era seguito un deciso passo indietro, come quando nel 2010 la casa americana annunciò che avrebbe prodotto a Valencia le C-Max Hybrid e Energi (ibrida plug-in) dal 2013, salvo poi ripensarci. Invece, dall’altra parte dell’Oceano le cose si erano mosse, eccome.

    La Ford infatti nel 2004 aveva acquistato da Toyota oltre 100 brevetti relativi al primo sistema ibrido, quello della Prius del 1997, dandole in cambio altri che riguardavamo i sistemi di purificazione dei gas di scarico, i motori a miscela magra e l’iniezione diretta di benzina.

    Il primo modello “toyotificato” fu il Suv Escape, che presto divenne il preferito dai tassisti newyorkesi. Ne seguirono altri portando la Ford ad essere il marchio numero 2 per l’elettrificazione tanto da spingersi, in modo sicuramente più convinto del marchio giapponese, sul terreno del plug-in hybrid e delle batterie agli ioni di litio, assemblate tra l’altro internamente, nell’impianto dedicato di Rawsonville. La strategia One Ford dell’allora Alan Mullally insomma valeva per tutto (o quasi) tranne che per l’elettrificazione. La svolta ci fu nel 2017 con l’arrivo di James Hackett al timone e la formazione del cosiddetto Team Edison ricordando il sodalizio umano, tecnologico ed industriale che vi fu tra Bill Ford e Thomas Alva Edison.

    Per l’auto elettrificata c’è ora un piano di 11 miliardi di dollari per 16 modelli a batteria entro il 2022 e almeno 2 piattaforme dedicate.

    E l’accento va su quell’“almeno” perché tra i tanti argomenti di colloquio con Volkswagen ci sarebbe anche la condivisione della MEB, la piattaforma modulare che sarà la madre di molti dei veicoli ad emissioni zero del gruppo tedesco.

    Ci sanno poi 24 ibridi tra cui sono due monumenti di Ford, come la Mustang e l’F-150, e la prima auto a guida autonoma prevista per il 2021. Intanto all’ultimo Salone di Hannover, la casa dell’Ovale Blu ha presentato il Transit con il diesel 2 litri EcoBlue provvisto di sistema microibrido da 48 Volt – che vedremo presto anche sulla nuova Focus – e il Transit Custom PHEV, ibrido plug-in basato sul 3 cilindri mille mantenendo volume e capacità di carico: 50 km a zero emissioni e zero compromessi.

    Ford ha anche un accordo con Deutsche Post DHL Gorup e Otosan per produrre lo StreetScooter Work XL, commerciale elettrico derivato dal Transit con volume di carico di 20 metri cubi e capacità di 1.275 kg, motore da 90 kW e batteria agli ioni di litio da 76 kWh per un’autonomia di 200 km. Ognuno di essi permetterà di risparmiare 5 tonnellate di CO2 e 1.900 litri di carburante all’anno.