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  • E-fuel e biofuel sfidano l’auto elettrica, il motore a scoppio (forse) ha un futuro

    La partita tra e-fuel, biofuel e auto elettrica si gioca in più ambiti. Il sistema industriale, secondo i governi di alcuni paesi – tra i quali l’Italia – grazie alla possibilità di mantenere un futuro possibile per le auto con motore a scoppio vedrebbe preservate competenze e posti di lavoro costruiti nel corso degli ultimi decenni su questa filiera produttiva.

    L’analisi dell’impatto ambientale, nella quale il calcolo delle emissioni prodotte restituisce valori spesso molto diversi per le singole alternative. Le considerazioni politiche e strategiche internazionali relative alle egemonie tecnologiche e di accesso alle materie prime.

    Cosa sono

    Gli e-fuel sono combustibili prodotti artificialmente combinando idrogeno e carbonio non di origine fossile, mentre i biocombustibili sono prodotti attraverso diversi processi chimici sfruttando colture agricole e rifiuti organici.

    e-fuel

    Soltanto combustibile rinnovabile

    Alle considerazioni di sistema, si aggiunge l’incognita relativa alla garanzia che le auto nuove con motore a combustione interna, immesse eventualmente sul mercato a partire dal 2035, non possano essere alimentate da combustibili tradizionali come metano, benzina e gasolio di origine fossile.

    Questo problema non è banale, perchè un motore alimentato con e-fuel o biocombustibili può di norma marciare anche con combustibile fossile, quindi la garanzia di funzionamento col solo combustibile rinnovabile prevede la messa a punto e l’omologazione di specifiche soluzioni tecnologiche.

    auto e-fuel

    Altri settori

    Inoltre, visto che il sistema energetico globale ha molte aree da decarbonizzare, alcune delle quali apparentemente difficili da considerare ad oggi per l’introduzione di batterie e ricarica elettrica, lo schieramento pro auto esclusivamente elettrica indica applicazioni come il trasporto navale, il trasporto pesante su gomma e ferroviario non elettrificato, l’aviazione come campi di applicazione degli e-fuel e dei biocombustibili.

    Neutralità carbonica e neutralità tecnologica

    In linea di principio e in un’ottica di neutralità tecnologica, se l’obiettivo è l’azzeramento delle emissioni allo scarico delle auto di CO2, le tre soluzioni possono arrivare ad equivalersi.

    ciclo e-fuel neutro

    Gli e-fuel utilizzano carbonio sottratto all’atmosfera in fase di produzione e lo rilasciano nella stessa quantità come residuo della combustione, necessitano di energia per la produzione di idrogeno ma questa può essere ottenuta da fonti rinnovabili.

    I biocombustibili, come il biometano, il biodiesel, il bioetanolo, possono essere prodotti usando energia rinnovabile ed emettono allo scarico la stessa quantità di carbonio che le colture o la frazione organica dei rifiuti da cui sono ottenuti hanno sottratto all’atmosfera in fase di accrescimento.

    impianto e-fuel

    L’auto elettrica, allo stesso modo, può essere prodotta in tutte le sue componenti utilizzando energia verde ed essere ricaricata con elettricità da fonti rinnovabili, emettendo zero anidride carbonica.

    Dalla teoria alla pratica

    Il problema, quindi, non è la teoria. Ma la pratica. Secondo i difensori della linea esclusivamente elettrica, la produzione di e-fuel e biocombustibili, oltre ad essere estremamente più complessa, meno efficiente e costosa della filiera dell’auto elettrica, non sarà realmente in grado di rispondere al requisito della neutralità carbonica entro il 2035.

    Rapporto di Transport & Environment

    L’organizzazione ambientalista Transport & Environment evidenzia in un rapporto appena pubblicato che secondo i suoi calcoli gli e-fuel – attualmente non presenti sul mercato – anche guardando alle stime di produzione del 2030 saranno disponibili in quantità molto limitata, con costi elevati e con emissioni sul ciclo di vita maggiori del 53% rispetto alle auto elettriche.

    e-fuel boccette

    Il rapporto di T&E evidenzia anche per i biocombustibili dei problemi di reale disponibilità, proiettando una produzione possibile al 2030 (tenendo conto delle stime Eni sulle capacità di bioraffinazione a quella data) in grado di soddisfare una domanda non superiore al 20% dell’attuale parco circolante italiano.

    Sia per gli e-fuel che per i biocombustibili, inoltre, il processo produttivo richiede quantità di energia molto superiori rispetto alla generazione e distribuzione diretta di elettricità per la ricarica di auto a batterie.

    Porsche e-fuel

    I combustibili artificiali, sintetici e biologici, secondo le posizioni che caldeggiano la considerazione dell’auto elettrica come unica alternativa da lasciare sul mercato delle nuove immatricolazioni dal 2035 in poi, rischiano di distrarre attenzione politica e risorse economiche dalla grande competizione mondiale avviata nel settore delle auto elettriche a batterie, facendo scivolare via dallo scenario europeo la possibilità di costruzione di grandi gigafactory, impianti di produzione di auto e potenziale di formazione di competenze tecnologiche e produttive cruciali per i decenni a venire.

  • Bmw iVision Dee, la Bmw del futuro al Ces di Las Vegas

    La Bmw iVision Dee anticipa i contenuti, in termini di tecnologie digitali e di trazione, delle Bmw della seconda metà del decennio.

    All’interno debutta la futura generazione di head-up display, il sistema introdotto proprio dal marchio di Monaco nel 2003 sulla Serie 7 per mostrare al guidatore alcune informazioni chiave della vettura direttamente all’interno del suo campo visivo, senza necessità di spostare lo sguardo dalla strada.

    Il nuovo head-up display allarga l’area di proiezione delle informazioni a tutta la larghezza del parabrezza anteriore, diventando così visibile anche dagli altri passeggeri.

    Bmw iVision Dee Head-up display

    La quantità di informazioni ottenibili e la qualità grafica delle immagini sono a livello di uno schermo curvo ad alta definizione, eppure non sono necessariamente invasivi rispetto alla vita di bordo.

    Un sistema di gestione tattile, nascosto dietro il tessuto di rivestimento del cruscotto, diventa visibile illuminandosi e permette di modulare la larghezza del campo di proiezione e adattare la complessità grafica alle proprie preferenze.

    Bmw iVision Dee frontale

    “L’essenza dell’auto del futuro è nel saper mettere insieme hardware e software, perché un’automobile non è uno smartphone su ruote. E noi ci consideriamo leader nella capacità di integrazione”.

    Oliver Zipse Bmw

    A parlare è Oliver Zipse, Ceo del gruppo Bmw, che ha appena presentato il prototipo Bmw i Vision Dee (Digital emotional experience) coniando la definizione di “auto con l’anima digitale”.

    La piattaforma Neue Klasse (Nuova classe) anticipata dalla Bmw iVision Dee nasce per auto elettriche a zero emissioni ma non è dedicata esclusivamente all’auto a batterie.

    Abbiamo deciso di realizzare un sistema aperto a più tecnologie di trazione e la piattaforma alla base dei nostri futuri modelli è progettata anche per sistemi a idrogeno con celle a combustibile.

    Annuncia Zipse, che continua: “Noi siamo degli integratori di sistema, dobbiamo quindi essere sempre aperti a diversi pacchetti tecnologici, sia digitali che meccanici e chimici. Mantenendo così la leadership nella capacità di mettere insieme le diverse componenti disponibili in ogni momento, per realizzare la migliore auto possibile per i nostri clienti”.

    Bmw iVision Dee posteriore e-ink

     La Bmw iVision Dee dimostra anche un ulteriore salto di livello del marchio nella realizzazione di parti di carrozzeria a colore variabile con tecnologia e-Ink. Lo scorso anno, proprio al Ces di Las Vegas, la Bmw ha fatto debuttare l’auto che cambiava colore da bianco a nero e viceversa.

    La iVision Dee ha questa caratteristica nella fascia posteriore dove sono alloggiati i gruppi ottici, che cambia da bianca a nera.

    Bmw iVision Dee

    Quest’anno la Bmw iVision Dee è in grado di far cambiare il colore di tutta la sua carrozzeria, oppure di singole parti, attingendo a un gran numero di tinte possibili.

    L’effetto camaleontico è raggiunto grazie a film di “inchiostro elettronico” e-Ink, che ad ogni singolo impulso elettrico riposizionano particelle colorate all’interno del loro spessore, portando nello strato visibile esterno quelle della tonalità desiderata.

    Bmw iVision Dee e-ink multicolore

    La colorazione raggiunta dopo ogni cambio di colorazione rimane stabile finchè non si invia un nuovo impulso elettrico. Una specie di magia tecnologica degna delle illusioni di David Copperfield, che si esibisce regolarmente proprio a Las Vegas. 

  • Toyota Kenshiki Forum, il futuro passa per il plug-in hybrid. Novità C-HR Prologue, nuova Prius e bZ Compact Suv

    Toyota al Kenshiki Forum 2022 guarda al futuro e sembra accompagnare per mano i suoi clienti verso una crescente elettrificazione.

    Nell’appuntamento annuale del gruppo Toyota, riservato a un selezionato gruppo di esperti e giornalisti, è possibile scoprire le linee di indirizzo e conoscere in anteprima i futuri modelli. Quest’anno emerge con forza l’accelerazione della casa giapponese nel passaggio dall’ibrido non ricaricabile al plug-in hybrid e all’elettrico puro.

    Nuovo C-HR sarà Plug-in Hybrid

    L’anteprima del prototipo Toyota C-HR Prologue anticipa linee estetiche e contenuti tecnologici della nuova generazione di un’auto di grande successo sul nostro mercato.

    Toyota C-HR Prologue

    Il concept CH-R Prologue è molto vicino alla versione di serie della prossima Toyota C-HR, che arriverà probabilmente nelle concessionarie entro il prossimo anno.

    Il design audace conferma le scelte fatte con il primo modello, ma aggiunge un tocco di innovazione soprattutto nella levigatura delle superfici e nel frontale con firma luminosa Hammerhead, cioè a testa di martello, che contraddistingue tutti i nuovi modelli del marchio.

    Toyota C-HR Prologue frontale hammerhead

    La novità più grande, comunque, riguarda il sistema di trazione perchè alla versione full hybrid si aggiunge un’inedita motorizzazione plug-in hybrid, con Powertrain quasi certamente analogo a quello della Toyota Prius di quinta generazione.

    Quinta generazione Prius

    Anche la nuova Toyota Prius esordisce in Europa al Kenshiki Forum di Bruxelles.

    La quinta generazione del mostro sacro dell’elettrificazione automobilistica, prima auto di serie della storia ad aver portato sul mercato la tecnologia ibrida, in Europa è soltanto ibrida plug-in.

    Toyota Prius Plug-in hybrid

    Il suo sistema di trazione, composto da un nuovo motore a benzina due litri di cilindrata con potenza di 112 kW (152 cv) e da un motore elettrico da 120 kW (163 cv), eroga una potenza totale di 164 kW (223 cv), di gran lunga superiore alla potenza massima dell’attuale versione plug-in, che si ferma a 90 kW (122 cv).

    L’autonomia in modalità elettrica con una ricarica completa delle batterie al litio da 13,6 kWh è di circa settanta chilometri e le emissioni annunciate sul ciclo Wltp sono di 19 g/CO2 al chilometro.

    Se confermato dall’omologazione ufficiale, questo numero consentirà alla Toyota Prius di accedere in Italia al massimo livello degli incentivi, se il prezzo sarà mantenuto al di sotto dei trentacinquemila euro Iva esclusa (42.700 euro a listino). 

    Sei elettriche bZ entro il 2026

    Il prototipo elettrico Toyota bZ Compact Suv anticipa invece l’arrivo di un modello esclusivamente elettrico a batterie più compatto della Toyota bZ4X, prima auto elettrica del marchio già presente a listino, nella nuova famiglia delle auto Toyota bZ, cioè Beyond Zero.

    Kenshiki Forum bZ Compact Suv Concept

    Entro il 2026 la Toyota lancerà sul mercato in Europa sei nuovi modelli elettrici identificati dalla sigla bZ.

    Il prototipo bZ Compact Suv ha dimensioni simili a quelle della Toyota C-HR e sarà disponibile soltanto in versione elettrica a batterie. Le novità più interessanti riguardano gli interni e (forse) il sistema di sterzata.

    Il volante stilizzato a forma di cloche fa supporre che la tecnologia di sterzata steer-by-wire, disponibile come optional sulla Toyota bZ4X, sia destinata a diventare una caratteristica di tutti i modelli bZ.

    Toyota bZ Compact Suv Concept interni cloche

    Molto interessante l’idea di una traccia luminosa nell’abitacolo, che rende evidente chi stia interloquendo con l’assistente vocale di bordo e stabilisce una sorta di filo diretto tra l’auto e i passeggeri.

    Approccio multi-tecnologico

    La scelta strategica dell’approccio multi-tecnologico, che propone diverse soluzioni al cliente e non sterza unicamente sulla prospettiva elettrica a batterie, come fatto da altri grandi gruppi europei, è sottolineata direttamente del numero uno mondiale.

    Akio Toyoda

    Il suo pensiero viene riferito dalla portavoce personale Julie Hamp a un piccolissimo gruppo di media del quale faccio parte.

    Julie Hamp è arrivata appositamente a Bruxelles per riportare le parole di Akio Toyoda:

    Pensate a noi come a un grande magazzino. La varietà è ciò che rende interessante un centro commerciale per un largo gruppo di clienti. Andreste a fare acquisti in un grande magazzino che offre abiti di un’unica misura? 

    Al Kenshiki Forum è evidente come questa frase si traduca in una gamma completa di soluzioni da proporre al mercato nei prossimi anni.

    Toyota approccio multi-tecnologico power of and

    Anche motori tradizionali alimentati a idrogeno

    Rispetto al noto portafoglio tecnologico della Toyota composto da sistemi di trazione full hybrid, plug-in hybrid, elettrici e a idrogeno con celle a combustibile, il gruppo svela l’ulteriore opzione dei veicoli con motore a combustione interna alimentato a idrogeno, particolarmente interessante per la decarbonizzazione del trasporto pesante.

  • Bosch Termotecnica, c’è l’idrogeno nel futuro delle nostre case

    Bosch Termotecnica, la divisione del colosso tedesco che si occupa di soluzioni di climatizzazione della casa, indica un percorso verso la sostenibilità ambientale che vede l’utilizzo di gas verdi, come l’idrogeno e il biometano, come complementare rispetto all’elettrificazione degli usi finali.

    Caldaie attuali pronte per miscele di idrogeno

    Le caldaie Bosch a condensazione attualmente sul mercato possono già funzionare con una miscela di gas che contiene fino al 20% di idrogeno.

    La rete di distribuzione in Italia – che raggiunge in base ai dati Bosch l’80% degli edifici residenziali con gas metano – per il 70% della sua estensione è definita H2-ready. I sette decimi dell’infrastruttura, quindi, possono distribuire miscele di idrogeno esattamente come oggi permettono di far viaggiare il metano.

    100% idrogeno dal 2025

    Credendo nello sviluppo del nuovo vettore energetico, Bosch ha già avviato sperimentazioni sul campo sia in Inghilterra sia in Olanda di caldaie alimentate al 100% da idrogeno e prevede di renderle disponibili per la produzione in serie a partire dal 2025. 

    Bosch caldaia idrogeno e pompa di calore

    Bosch Clima Service

    Bosch Clima Service è il nome del nuovo servizio dalla divisione Termotecnica di Bosch Italia che si diffonderà velocemente nei prossimi anni in tutte le maggiori città italiane.

    La Bosch, attraverso una rete di professionisti altamente qualificati sul territorio italiano, mira a rispondere a ogni esigenza di comfort domestico, accompagnando e consigliando il consumatore: dalla scelta della soluzione più adatta, all’individuazione degli eventuali incentivi di legge, all’assistenza e supporto tecnico.

    Caldaia a idrogeno e transizione energetica 

    Sebbene l’idrogeno sia visto sempre più come un vettore di energia utilizzabile anche negli edifici, il suo utilizzo è stato finora piuttosto ridotto.

    Sviluppando una caldaia alimentata a idrogeno, Bosch dimostra che le caldaie possono essere convertite rapidamente dal gas naturale, attualmente utilizzato, al 100% di idrogeno.

    Bosch Termotecnica caldaia idrogeno

    Un primo apparecchio dimostrativo della caldaia a idrogeno Bosch, con una potenza termica nominale di 30 kW, è stato messo in funzione per la prima volta su un banco di prova nel 2017.

    Soluzione per gli edifici esistenti 

    L’utilizzo dell’energia rinnovabile e dell’elettricità anche per usi termici si sta diffondendo sempre più sia nei nuovi edifici, sia nei progetti di ristrutturazione e ammodernamento degli edifici esistenti.

    Senza importanti adeguamenti strutturali come l’isolamento termico, tuttavia, l’installazione di soluzioni di riscaldamento basate su pompe di calore, negli edifici esistenti è spesso complessa e costosa.

    Approccio multi tecnologico

    La nuova caldaia Bosch a idrogeno mira quindi a fare la differenza, poiché non richiede ulteriori misure di ammodernamento e consente di ridurre drasticamente le emissioni in ogni edificio.

    La caldaia a idrogeno Bosch è in grado di adattarsi rapidamente alle diverse necessità di riscaldamento della famiglia nei vari momenti della giornata o della settimana, offrendo le stesse elevate prestazioni di una tradizionale caldaia a gas a condensazione e occupando lo stesso spazio in casa.

    Cosa pensano gli Italiani

    Il pensiero degli italiani – in tema di climatizzazione domestica – è stato analizzato attraverso un’indagine commissionata dalla divisione Termotecnica di Bosch Italia a Hokuto, network specializzato in ricerche statistiche basate su machine learning e intelligenza artificiale.

    L’indagine è stata svolta nel mese di settembre 2022 su un campione di 1.000 persone, di cui il 25% ha da poco acquistato apparecchi per riscaldamento e/o climatizzazione o sta per procedere all’acquisto.

    Secondo il 53,2% dei consumatori, per abbattere le emissioni di CO2, le aziende produttrici dovrebbero ricorrere a un maggior utilizzo di energie rinnovabili rispetto ai combustibili fossili.

    Bosch Termotecnica sistema ibrido

    Per il 19,2%, invece, per contribuire alla riduzione delle emissioni le aziende dovrebbero produrre soluzioni più efficienti. Tale risultato indica come, piuttosto che un miglioramento delle tecnologie esistenti, per i consumatori sia necessario un cambio di paradigma relativamente alle fonti energetiche impiegate nella produzione.

    Dall’indagine emerge anche come i consumatori italiani tendano a mettere in atto poche azioni volte a contenere i consumi energetici domestici, preferendo quelle più semplici e di facile attuazione, come modificare i propri comportamenti in casa (96,4%), ma anche utilizzare prodotti più efficienti (75,5%). 

    Gradimento per l’idrogeno verde

    Indagine Bosch idrogeno casa

    Tra coloro che hanno in programma un intervento sul proprio impianto di riscaldamento nei prossimi 6 mesi, si registra ampia disponibilità a considerare fonti energetiche alternative, anche se poco conosciute e oggi non ancora disponibili, come, per esempio, l’utilizzo di idrogeno verde (65,5%).

    Inoltre, pur in un contesto di generale scarsa conoscenza di fonti energetiche rinnovabili, a parità di impianto, l’integrazione di energia solare (quindi pulita e gratuita) a supporto di altre fonti resterebbe la scelta ideale per la propria abitazione (39,6%).

    Idrogeno per motivi ecologici

    Come fonte di energia preferita per la propria abitazione si nota anche una favorevole predisposizione a utilizzare impianti ibridi. Inoltre, l’indagine evidenzia che chi ha citato tra i possibili combustibili l’idrogeno verde, lo ha fatto principalmente per motivi ecologici e non economici.

    Fiducia nell’installatore

    Per quanto riguarda il comportamento all’acquisto, l’installatore termoidraulico resta il punto di riferimento preferenziale (50,9%) non solo per l’installazione del prodotto, ma anche per chiedere informazioni.

    Bosch termotecnica showroom Milano

    Per il 78,9% degli intervistati, il costo totale dell’intervento (apparecchio, materiali e installazione) si conferma di gran lunga il principale parametro di valutazione per l’acquisto, seguito dalla classe energetica del prodotto (52,3%).

    Unico interlocutore

    Oltre a questi due parametri, il 36,8% degli intervistati ha indicato come criterio di acquisto la possibilità di avere un unico interlocutore. Questo dato sottolinea la chiara esigenza da parte dei consumatori di essere accompagnati da un esperto in ogni fase del processo di acquisto.

    Bosch marchio conosciuto e verde

    La strategia di Bosch Termotecnica va proprio in questa direzione, forte anche dell’elevata riconoscibilità del marchio Bosch (85,8%) e delle sue azioni a sostegno del clima e dell’ambiente (84,2%).

  • Bus a idrogeno Made in Italy, accordo tra Industria Italiana Autobus, CaetanoBus e Toyota

    Arriva il bus a idrogeno Made in Italy. Grazia all’accordo tra Industria Italiana Autobus (IIA) e la portoghese CaetanoBus partirà molto presto la produzione e commercializzazione in Italia di autobus urbani a idrogeno basati sulla tecnologia Fuel Cell Toyota e dotati del sistema H2.City Power sviluppato dalla CaetanoBus.

    Sul mercato entro quest’anno

    Eentro la fine del 2022, secondo l’accordo, la IIA sarà in grado di avviare la vendita di veicoli a idrogeno prodotti a doppio marchio da CaetanoBus con Toyota.

    Bus idrogeno Toyota Caetanobus

    Made in Italy dal 2024

    Dal 2024, poi, la IIA avvierà la produzione diretta degli autobus destinati al mercato italiano e a quelli internazionali equipaggiati col kit H2.City Power sviluppato da CaetanoBus.

    L’azienda italiana, che ha sede a Bologna e unità produttive nella stessa Bologna e a Flumeri (Avellino), è il principale produttore italiano di autobus.

    Industria Italiana Autobus

    Industria Italiana Autobus, guidata dal presidente e amministratore delegato Antonio Liguori, fa capo a Invitalia, che controlla il 42,76% del capitale, affiancata da Leonardo, titolare di un’altra importante partecipazione (28,65%).

    Industria Italiana Autobus – ha spiegato Liguori – raccoglie la lunga eredità dell’industria italiana del trasporto collettivo. Una eredità che risale al 1919, che si è sempre caratterizzata per l’attenzione ai bisogni del Paese e all’evoluzione tecnologica. Oggi, come ieri, continuiamo a perseguire gli obiettivi della transizione ecologica.

    CaetanoBus

    Per CaetanoBus, questa partnership rappresenta un passo importante per entrare in un altro mercato europeo, con una crescita costante nell’adozione di modalità sostenibili per il trasporto delle persone.

    Bus idrogeno

    Patrícia Vasconcelos, Amministratore Delegato di Caetanobus, afferma:

    In termini di mobilità, l’Italia è un Paese che ha cercato di adottare misure volte a decarbonizzare l’economia, con particolare attenzione alle città, in linea con le attuali tendenze volte alla sostenibilità ambientale. L’IIA è il partner ideale perché condividiamo la stessa visione nel contribuire a costruire una società a emissioni zero attraverso la nostra innovazione congiunta.

  • La stazione di idrogeno Eni di Venezia è finalmente realtà. Da qui parte l’ecosistema sostenibile Toyota

    L’Italia ha finalmente un’altra stazione di rifornimento ad idrogeno. Si trova a Mestre, in località San Giuliano, è stata realizzata da Eni e servirà la città metropolitana di Venezia con l’apporto di Toyota. La casa giapponese infatti sarà la prima a sfruttare a dovere la nuova stazione grazie anche ad un accordo siglato nel 2019 e che punta a fornire la città dei dogi di una nuova mobilità.

    Leggi il Dossier su Toyota a Venezia

    Leggi l’articolo sull’accordo con Eni per la stazione di idrogeno a Venezia

    Da settembre in Kinto Share

    Per questo arriveranno su Venezia ben 10 Mirai, sia di prima sia di seconda generazione. Tre di queste andranno al Comune di Venezia e tre saranno inserite da settembre nella locale flotta di Kinto Share, il servizio di car sharing aggiungendosi alle Yaris, Yaris Cross e alle Lexus UX Hybrid già presenti. Le altre saranno affidate ai concessionari locali per altre iniziative. A questo proposito, era presente all’inaugurazione della stazione anche Mauro Caruccio, amministratore delegato di Kinto Italia che nel 2019 aveva firmato l’accordo.

    Leggi l’articolo sulla mia esperienza a Venezia con Kinto Share

    Mauro Caruccio
    L’idrogeno da condividere

    «Sarà sicuramente il primo car sharing a idrogeno in Italia – afferma il presidente e amministratore delegato di Toyota Motor Italia, Luigi Ksawery – e questo ci permetterà di parlare direttamente all’utente e all’utilizzatore finale di idrogeno. Le persone finalmente guiderà un’auto a idrogeno e capirà quanto sia facile e piacevole da utilizzare. In questo modo l’idrogeno comincerà a fare parte del nostro linguaggio quotidiano».

    Un segno dei tempi

    «Mettere una stazione di idrogeno in Italia – continua il numero uno di TMI – è per Toyota un risultato straordinario perché vuol dire che qualcosa finalmente si muove. Per anni abbiamo avuto solo i “capitani coraggiosi” di Bolzano e ce n’è voluto un altro come il sindaco Brugnaro per averne una seconda. Questo però vuol dire che sta partendo un movimento importante e che Eni lo supporta sostenendo un percorso che vedrà altre stazioni. Nel PNRR sono previste 40 stazioni e questa di Mestre rappresenta un momento di svolta. Toyota crede nell’idrogeno da sempre ed è già realtà in altri paesi. Vorremmo che lo fosse anche in Italia e siamo pronti a fare la nostra parte».

    Leggi l’articolo sulla stazione di idrogeno a Bolzano e prima flotta di Mirai

    La volontà del Sindaco

    Non sta nella pelle il sindaco Luigi Brugnaro che ha voluto fortemente l’idrogeno e questa stazione a Venezia per farne la capitale mondiale della sostenibilità «La più antica città del futuro diventa così un esempio per tantissime altre amministrazioni che potranno guardare a quanto stiamo facendo. Questa stazione di rifornimento ci consentirà di procedere speditamente in quel piano di ammodernamento del trasporto pubblico locale alimentato ad idrogeno che stiamo portando avanti» ha dichiarato il primo cittadino.

    Una tecnologia, tante soluzioni

    Anche i concessionari potranno finalmente lavorare con l’idrogeno vendendolo sul proprio territorio. «Con questa novità metteremo sicuramente ed effettivamente sul mercato una tecnologia diversa – è sicuro l’amministratore delegato di Toyota Motor Italia – e dimostreremo ulteriormente tutte le nostre capacità tecnologiche e di innovazione. Già l’acquisto di un ibrido Toyota rappresenta per il cliente un passo importante, anche perché sa che facciamo anche l’ibrido plug-in, l’elettrico e l’idrogeno e che dietro c’è un’unica grande tecnologia».

    Una stazione per tutti i livelli di elettrificazione

    La stazione di Mestre inoltre è la perfetta rappresentazione di questo credo. Oltre alle pompe per benzina e gasolio, ci sono infatti due colonnine di ricarica, delle quali una rapida. «La mobilità dell’idrogeno non è solo automobile, anzi sarà soprattutto altro arrivando anche sull’acqua, un capitolo che interessa una città come Venezia e che ha già dimostrato di poter funzionare in mare. «Al centro della nostra idea ci sono il sistema di propulsione e le celle a combustibile – continua Lucà – che proponiamo a vari partner e possono essere utilizzate per vari scopi. Con la navigazione abbiamo già iniziato 6 anni fa con l’Energy Observer. Se noi riusciamo a mettere le fuel cell su navi e traghetti e tutta la mobilità nautica, allarghiamo il nostro ecosistema. Le stiamo applicando anche ai treni, ai camion e ai bus».

    Energy Observer
    La visione di Venezia

    A questo proposito, Venezia ha già emesso un bando per 90 bus a idrogeno e 33 elettrici entro il 2026. E della partita sarà sicuramente Caetano Bus, che ha già portato in Italia uno dei suoi bus a Terni. E chissà che non vi sia anche Mercedes, da poco diventata acquirente delle fuel cell Toyota per i propri bus. «Abbiamo già individuato l’area per rifornirli, ma non lo dico altrimenti quei terreni ci costano di più» scherza, ma non troppo, il sindaco Bugnaro che vede evidentemente almeno un’altra stazione di idrogeno sul territorio.

    Leggi l’articolo sull’accordo tra Snam, Toyota e CaetanoBus per la mobilità ad idrogeno

    La società dell’idrogeno

    Stessi ha obiettivi ha del resto Toyota. «Dopo questa iniziativa dobbiamo continuare a costruire questo ecosistema. Abbiamo Toyota Handling che produce carrelli elevatori alimentati ad idrogeno e andremo a proporci come fornitori di soluzioni. Accanto a questo, dobbiamo continuare a costruire l’infrastruttura insieme ad altri partner come Eni e presso le autorità locali per facilitare e accelerare questo sviluppo». È la cosiddetta “società dell’idrogeno”, un lavoro lungo e paziente che Toyota ha già iniziato da tempo e che ha dimostrato di saper fare con l’ibrido.

    Il paradosso di San Donato

    L’Eni ha in programma anche un’altra stazione di servizio a San Donato Milanese la cui costruzione è iniziata addirittura prima di quella di Mestre. Paradossale, se si pensa che l’Eni ha proprio nel comune della cintura milanese la propria sede come ha sottolineato Giuseppe Ricci, direttore generale Energy Evolution in occasione dell’inaugurazione dell’impianto di Mestre.

    Il clima è cambiato

    Si spera che il cambio del contesto sblocchi anche questa situazione. «Il clima è sicuramente cambiato – afferma ancora Lucà – e c’è stata un’accelerazione fondamentale. È cambiato il paradigma e finalmente si riesce ad avere una conversazione sull’idrogeno. Il recovery fund, il PNRR e ora anche il REPowerEU stanno dando un impulso finalmente decisivo a livello istituzionale».

    Un quintale di idrogeno al giorno

    La stazione ad idrogeno ha una capacità di 100 kg di idrogeno al giorno e sarà trasportato dalla località di produzione che è, al momento, Terni. Si tratta di idrogeno grigio prodotto da metano che presto diventerà blu con il sistema di cattura della CO2. Urge dunque un elettrolizzatore più vicino per accorciare la catena di questo idrogeno e renderlo verde. Va detto che attualmente il 98% dell’idrogeno prodotto in Italia proviene ancora da fonti fossili. Il lavoro sulla infrastruttura va dunque proseguito guadando anche alla logistica e la produzione.

    Leggi l’articolo sul giro dimostrativo su Caetano Bus a Terni e alla Cascata delle Marmore

    Con l’idrogeno così come fu per l’ibrido

    Urge anche un lavoro sul prezzo. Quello esposto all’inaugurazione è di 10 euro al kg, ma si parla di 15 euro al kg come prezzo definitivo. Vuol dire che per fare il pieno ad una Mirai occorrono 90 euro per percorrere 650 km. Vuol dire poco più di 7 euro ogni 100 km che, con il gasolio a 2 euro al litro, rende già l’idrogeno conveniente. E lo rende tale anche se immaginiamo che la percorrenza effettiva di una Mirai si attesti intorno ai 500 km. Con la possibilità di fare il pieno in self-service in 5 minuti, potrebbe essere un’idea anche per i taxi, come già accade in diverse capitali europee come Copenaghen. I taxi sono stati la testa di ponte per l’ibrido per Toyota e potrebbero rappresentare un veicolo di esperienza e promozione preziosissimo anche per l’idrogeno.

    Leggi l’articolo sulla Mirai di seconda generazione, la sfida dell’idrogeno su strada a Milano

    Leggi l’articolo su Toyota Mirai fa oltre 1.000 km con un pieno di idrogeno

  • Toyota, Air Liquide e CaetanoBus insieme per ecosistemi a idrogeno in Europa

    Toyota Europa, Air Liquide e CaetanoBus hanno firmato un protocollo d’intesa con per sviluppare soluzioni a idrogeno integrate in Europa.

    L’accordo include lo sviluppo di infrastrutture e la diffusione di flotte di veicoli per accelerare l’espansione della mobilità a idrogeno sia per i veicoli leggeri che per quelli pesanti.

    Autobus, veicoli commerciali e automobili

    Inizialmente il focus sarà su autobus, veicoli commerciali leggeri e automobili, con l’ulteriore obiettivo di accelerare nel segmento dei veicoli industriali.

    caetanobus idrogeno

    Ecosistemi a idrogeno

    Le tre aziende utilizzeranno le loro competenze complementari per la gestione dell’intera filiera della mobilità a idrogeno, che va dalla produzione di idrogeno rinnovabile o a basse emissioni di carbonio, alle infrastrutture di distribuzione e rifornimento, all’impiego in veicoli di diversi segmenti.

    Ecosistemi a idrogeno

    Esplorando opportunità comuni, i tre principali attori della mobilità a idrogeno in Europa contribuiranno all’emergere di nuovi ecosistemi di idrogeno in diversi paesi dell’Unione.

    Produzione, rifornimento e veicoli

    Questo include le infrastrutture e le stazioni di rifornimento, nonché le offerte di veicoli integrati (leasing e assistenza) a clienti come compagnie di taxi, operatori nel settore delle flotte, autorità locali e altri.

    Idrogeno

    L’integrazione di diverse applicazioni e progetti all’interno di un ecosistema dell’idrogeno, dove domanda e offerta si incontrano, ha lo scopo di creare un circolo virtuoso che consenta all’infrastruttura complessiva dell’idrogeno di maturare ulteriormente.

    Decarbonizzazione

    Questa iniziativa rappresenta un altro passo nel percorso verso la decarbonizzazione, coerentemente con la maggiore attenzione da parte dei governi europei e la disponibilità delle tecnologie dell’idrogeno.

  • Elettrico contro idrogeno, la sfida sbagliata. Bus elettrico Mercedes avrà celle a combustibile Toyota

    Elettrico contro idrogeno, la contrapposizione tra le due soluzioni a zero emissioni è ritenuta da molti tifosi dell’elettrico una necessità per arrivare prima possibile alla diffusione dell’auto a batterie.

    Sfida sbagliata, secondo me. Lo dico da sempre ed è evidente in ogni analisi di sistema fatta da chi di sistemi energetici se ne intenda veramente.

    Se si vuole raggiungere in modo efficace l’obiettivo delle zero emissioni, si deve fare tesoro dell’enorme possibilità a nostra disposizione di poter ricorrere a ben due vettori energetici producibili da fonti rinnovabili e utilizzabili senza produzione di inquinanti e senza emissioni di CO2.

    Mercedes eCitaro elettrico idrogeno

    Bus Mercedes eCitaro

    La nuova variante del bus elettrico Mercedes eCitaro, in grado di percorrere 400 km senza necessità di fare soste intermedie per la ricarica, dimostra la complementarità delle due tecnologie.

    Infatti, nonostante la nuova batteria al litio con tecnologia NMC (Nichel-Manganese-Cobalto) da 588 kWh di capacità energetica, il Mercedes eCitaro di nuova generazione si ferma a 280 km di autonomia con la sola batteria a bordo. Dopo di che si deve fermare a lungo per ripristinare la carica degli accumulatori.

    La versione articolata (quella lunga) del Mercedes eCitaro, nonostante la batteria ancora più capiente da 686 kWh, ha un’autonomia ancora più limitata, dichiarata dal costruttore pari a 220 chilometri con una ricarica completa.

    400 km di autonomia grazie all’idrogeno

    La variante appena presentata, arriva a 400 km di autonomia grazie all’integrazione nel sistema di trazione della tecnologia delle celle a combustibile e all’arrivo a bordo dell’idrogeno.

    Serbatoi di idrogeno, sistemati sul tetto, e celle a combustibile con 60 kW di potenza permettono di portare l’autonomia di marcia con un pieno di idrogeno e la ricarica delle batterie a 400 chilometri per la versione da con vano passeggeri singolo da 12 metri e a ben 350 chilometri per la versione snodata con doppia cabina passeggeri (con un incremento di quasi il 65% di autonomia, in questo caso, rispetto alla soluzione solo elettrica a batterie).

    Mercedes eCitaro elettrico idrogeno

    Mercedes sceglie Toyota

    Toyota Motor Europe, che già fornisce in Europa il sistema a idrogeno per il CaetanoBus H2.City Gold, fornirà la tecnologia a idrogeno con celle a combustibile per il Mercedes-Benz eCitaro a lunga percorrenza.

    Clicca qui e leggi Autobus a idrogeno, a Terni la corsa dimostrativa con Toyota fino alla Cascata delle Marmore.

    Il modulo Toyota TFCM2-F-60 è il sistema di seconda generazione capace di erogare 60kW di potenza che può essere facilmente integrato sul tetto dell’autobus.

    Modulo idrogeno Toyota

    Gli ingegneri della Toyota Motor Europe supporteranno la progettazione del sistema e l’integrazione del modulo nel Mercedes eCitaro per garantire efficienzapotenza e durata del sistema.

    Il Toyota Fuel Cell Module ha un convertitore di tensione che opera in una gamma di tensione da 450 a 700 Volt e – in base a quanto comunicato dalla Toyota – raggiunge la massima efficienza a circa 30kW.

    Toyota espande l’attività idrogeno in Europa

    Matt Harrison, Presidente di Toyota Motor Europe, evidenzia l’espansione delle attività idrogeno della Toyota in Europa.

    Siamo lieti di lavorare con Daimler Buses e siamo lieti di vedere che le nostre attività di vendita di propulsori a idrogeno in Europa continuano ad espandersi.

    Toyota è impegnata a raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio in atmosfera e crediamo che l’idrogeno sia uno degli elementi chiave di una futura società decarbonizzata.

    Toyota produzione modulo idrogeno in Europa
  • Autobus a idrogeno, a Terni corsa dimostrativa con Toyota fino alla Cascata delle Marmore

    Un autobus a idrogeno CaetanoBus H2.City Gold, sviluppato con tecnologia Toyota, ha parcheggiato proprio davanti a Palazzo Spada, sede dell’amministrazione comunale di Terni.

    Basta questa immagine a dare la misura della convinzione con cui il comune di Terni sta scegliendo la strada dell’idrogeno per portare l’innovazione e le zero emissioni nel sistema di trasporto urbano della città.

    Autobus a idrogeno Toyota Palazzo Spada Terni

    Sul bus a idrogeno fino alle cascate

    La presenza a Terni del bus a idrogeno realizzato grazie alla partnership tra CaetanoBus, azienda portoghese tra i principali produttori di autobus in Europa, e Toyota, che fornisce le celle a combustibile di bordo, permette di vivere direttamente l’esperienza di una corsa a idrogeno dal centro della città alla suggestiva Cascata delle Marmore.

    Il tragitto passa proprio davanti alle acciaierie di Terni, dove è già presente un impianto di produzione di cosiddetto idrogeno grigio, cioè ricavato dal metano attraverso un processo di reforming.

    Autobus a idrogeno Toyota CaetanoBus cascate

    Progetto idrogeno

    “Il comune di Terni – spiega la vice sindaca e assessora all’ambiente Benedetta Salvati – grazie alla nostra progettualità è già pienamente inserito nei programmi per lo sviluppo e l’utilizzo dell’idrogeno a favore del traposto pubblico. Con la Regione Umbria siamo anche coinvolti nel progetto per la realizzazione del treno a idrogeno Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona e del relativo impianto di produzione e rifornimento di combustibile”.

    Idrogeno verde

    “La presenza di una capacità produttiva già disponibile – continua la vice sindaca Salvati – ci permette di prevedere l’arrivo su strada dei primi autobus a idrogeno a Terni entro il 2023, o al massimo nel 2024. Con l’obiettivo di realizzare in parallelo un impianto per la produzione di idrogeno verde, ricavato cioè da elettrolisi dell’acqua utilizzando fonti di energia rinnovabile, da adottare appena possibile”.

    Autobus a idrogeno Comune di Terni

    Città di frontiera

    Se quella dell’idrogeno è l’ultima frontiera dell’innovazione, Terni vuole essere città di frontiera.

    Così Leonardo Latini, sindaco della città umbra, traccia la rotta verso l’adozione dell’idrogeno come combustibile per il trasporto locale.

    L’occasione per il trasporto pubblico è storica. Grazie a fondi Pnrr e investimenti nazionali, le città italiane possono finalmente pianificare un ricambio del parco autobus circolante, quasi ovunque obsoleto e inquinante, puntando alle zero emissioni.

    L’autobus Toyota CaetanoBus

    L’autobus 12 metri CaetanoBus-Toyota H2.City Gold, secondo i dati forniti dal produttore, ha 400 chilometri di autonomia, un consumo medio di 5,1 chilogrammi di idrogeno ogni 100 chilometri e può fare il pieno di idrogeno 350 bar in circa nove minuti.

    Autobus a idrogeno Terni

    La tecnologia di trazione è basata su un’architettura ibrida plug-in, che vede un pacco batterie da 44 kWh, ricaricabile anche dall’esterno e capace di fornire da solo un’autonomia di oltre 100 chilometri, integrato nel sistema a idrogeno con celle a combustibile.

    500.000 chilometri percorsi

    Il veicolo è già in servizio in varie città in Spagna, Danimarca, Francia e Germania, dove ha percorso cumulativamente oltre 500.000 chilometri.

    Nei prossimi tre anni, nel listino della CaetanoBus, arriveranno ulteriori modelli a idrogeno con tecnologia Toyota per il trasporto urbano (lunghezza di 10 e 18 metri), la mobilità negli aeroporti e l’utilizzo interurbano. 

  • Biocombustibili divisivi. Biometano, bioGpl e idrogeno contro auto elettrica

    Parlare di biocombustibili gassosi, in particolare di biometano, bioGpl e idrogeno, è divisivo.

    Due schieramenti

    Da una parte si schiera chi è a favore e vede un’occasione in più, oltre all’opzione elettrica, nella possibilità di continuare a utilizzare anche il motore a combustione interna (per veicoli e cogenerazione stazionaria) e le tecnologie turbogas (per la cogenerazione di grande taglia) nei prossimi decenni.

    Nello schieramento opposto c’è chi vede in ogni altra opzione tecnologica, rispetto al tutto elettrico, una distrazione che rischia di ritardare l’arrivo del futuro desiderato, o anche – a volte cogliendo nel segno – una strategia da parte del vecchio business dei combustibili fossili per ripulire parzialmente la sua immagine e continuare a perpetuare il proprio predominio, di fatto impedendo il raggiungimento dell’obiettivo delle zero emissioni.

    Biocombustibili metano e GPL

    Repubblica e LinkedIn

    Il mio articolo su Repubblica e il post che ho pubblicato sul mio profilo personale LinkedIn hanno scatenato un serrato confronto. E anche qualche polemica.

    Clicca qui per leggere il post su LinkedIn, vedere i like e le reazioni nei commenti.

    Ribadisco che possibile futuro ad emissioni zero per i combustibili gassosi esiste. Ma rischia di essere frenato proprio dalla corsa alle zero emissioni. Sembra un gioco di parole, eppure è la realtà.

    Clicca qui e leggi su Repubblica il mio relativo di analisi sulla svolta possibile verso i biocombustibili gassosi.

    Per svincolare metano e Gpl dalla filiera dei combustibili fossili, liberandoli così dal peccato originale delle emissioni di CO2, servono investimenti per lo sviluppo di biometano e bioGpl.

    Entrambi i biocombustibili sono già presenti sul mercato in Italia, grazie a impianti di produzione nazionali, con una maggiore diffusione per il biometano e prime esperienze per il bioGpl.

    Biogas con mucche

    Biometano e bioGpl

    Il bilancio ambientale favorevole, in termini di abbassamento delle emissioni di gas serra, è confermato da numerosi studi scientifici indipendenti.

    Se prodotto utilizzando scarti zootecnici, il biogas non solo azzera le emissioni che si sarebbero avute utilizzando combustibili fossili, ma può addirittura abbassare le emissioni globali di gas serra, visto che evita la dispersione diretta dagli allevamenti.

    Clicca qui e guarda il mio VIDEO sul Canale YouTube Obiettivo Zero Emissioni: Il metano è il presento o il futuro?

    Anche il Gpl, oggi costituito da propano e butano di origine fossile, ha a disposizione più vie tecnologiche per diventare bio.

    BioGpl Eni Gela

    Una è già realizzata nella bioraffineria Eni di Gela, che dal ciclo di produzione di biodiesel fa uscire anche biopropano, con cui rifornisce il mercato regionale siciliano del Gpl. L’altra è in corso di affinamento tecnologico e passa per la produzione di dimetiletere a partire da gas di sintesi ottenuti da biomasse.

    Allo stato attuale, però, la messa al bando delle auto con motore a combustione interna ipotizzata per il 2035, secondo le associazioni di categoria, non offre la prospettiva necessaria alla realizzazione di nuovi impianti e all’affinamento di nuove tecnologie nel settore dei gas.

    Federmetano

    “Il 30% del metano per autotrazione distribuito sul nostro mercato – spiega Dante Natali, presidente di Federmetano – è già oggi costituito da biometano. Ci sono le condizioni per arrivare al 100% in breve tempo, visto che il risultato attuale è stato raggiunto in soli tre anni. Se non si fa questo passaggio si perde l’occasione di sfruttare i millecinquecento punti di rifornimento di metano esistenti in Italia per sostenere la transizione energetica utilizzando un combustibile che abbatte le emissioni di CO2”. 

    Auto biometano

    Assogasliquidi-Federchimica

    “Sul Gpl la nostra idea – afferma Andrea Arzà, presidente di Assogasliquidi-Federchimica – è di poter arrivare nel giro di qualche anno a una miscela composta al 60% dall’attuale carburante, al 20% da bioGpl e al 20% da un prodotto rinnovabile come il dimetiletere. Ma per valorizzare le attività di ricerca lo Stato e l’Unione Europea devono garantire scelte basate su criteri di neutralità tecnologica e analisi delle emissioni su tutto il ciclo di vita”.

    La via dell’idrogeno

    Esiste inoltre l’affascinante strada dell’idrogeno, che consente ai combustibili gassosi di arrivare alle zero emissioni totali.

    La produzione di idrogeno da fonti rinnovabili e il suo utilizzo in veicoli con celle a combustibile rappresenta l’altro percorso, oltre all’elettricità e alle batterie, per arrivare alla trazione elettrica e all’eliminazione del motore a combustione interna e del suo odiato tubo di scarico.

    Stazione rifornimento idrogeno

    L’idrogeno può inoltre alimentare tutte le tecnologie energetiche esistenti, dalle turbine per la produzione elettrica ai motori a combustione interna.

    Gli operatori del gas attuali appaiono scettici al riguardo, probabilmente perché l’adozione dell’idrogeno richiederà investimenti e complessità impiantistiche che vanno ben oltre l’adattamento delle soluzioni attuali ai biocombustibili.

    Ma con la scomparsa dei motori a combustione interna da auto, bus e camion, sarà proprio l’idrogeno l’unica alternativa.