A soli tre mesi dall’insediamento del Comitato Scientifico, l’Osservatorio Auto e Mobilità di Luiss Business School, diretto dal prof. Fabio Orecchini dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi e dal prof. Luca Pirolo della Luiss Guido Carli, ha presentato le sue attività, le linee di ricerca e la Roadmap 2023 alla stampa e agli esperti nella sede di Villa Blanc a Roma.
Roadmap 2023
Il prof. Fabio Orecchini ha presentato le attività, l’organizzazione, i primi partner dell’Osservatorio (UNRAE, Toyota, Honda) e svelato la Roadmap 2023. Sono due i filoni di ricerca comunicati, entrambi centrali per l’evoluzione dell’auto e della mobilità nel prossimo decennio.
Il primo è cruciale per il mercato e i modelli di business, riguarda la mappatura e l’analisi delle dinamiche di comunicazione, delle politiche commerciali e della risposta del mercato alle innovazioni di prodotto, di sistema e di servizio introdotte nella Macro-area.
Il secondo entra direttamente nel cuore del grande tema del momento, l’energia. L’attività di ricerca riguarda l’individuazione di adeguate strategie energetiche per l’auto e la mobilità in Italia e in Europa.
Prima ricerca
Presentati dal prof. Luca Pirolo e dal prof. Luigi Nasta i risultati della prima ricerca dell’Osservatorio, che ha svelato quali siano le parole dell’Innovazione nel settore auto e mobilità.
Mappatura su Twitter
La ricerca ha indicato i termini più utilizzati dalle case auto e dagli utenti (oltre 60.000 contributi provenienti da più di 29.000 account ufficiali italiani ed internazionali monitorati su Twitter con analisi di tutti i post di un anno da ottobre 2021 a ottobre 2022) tra quelli individuati dagli esperti dell’Osservatorio come rappresentativi nelle aree chiave Sostenibilità, Mobilità, Sicurezza, Elettrificazione.
Le parole dell’innovazione
Le parole dell’innovazione più utilizzate sono CO2, Battery, Safety, Hybrid, EV, Mobility e Sustainability. CO2 è risultato essere il termine di gran lunga più utilizzato (41% dei contributi).
Sostenibilità, mobilità, elettrificazione e sicurezza
Le tecnologie di maggiore interesse sono relative all’elettrificazione (Battery 13%, Hybrid 10% ed EV 10%), grande interesse anche per la sicurezza Safety e l’evoluzione del concetto di mobilità (Mobility 7%).La sostenibilità, aggregando i dati relativi a CO2 (41%) e Sustainability (3%), risulta l’argomento di maggior interesse con oltre 27.000 contributi (pari al 44% del totale).
Primi partner sostenitori sono Unrae, Toyota e Honda ma lOsservatorio è aperto a nuove partnership con aziende, associazioni e istituzioni appartenenti a tutti i settori che concorrono allecosistema della mobilità e dell’auto, con tre possibili livelli di adesione: Partner, Main Sponsor e Sponsor.
Volvo sceglie la tecnologia Lidar (Light detection and ranging) per rendere la sua futura ammiraglia, l’inedito Suv Volvo EX90 che prenderà il posto dell’attuale Volvo XC90, l’auto più sicura di sempre.
Ci mette la faccia direttamente Jim Rowan, numero uno del marchio svedese da circa 100 giorni, che in una presentazione in streaming rivolta alla stampa mondiale e ad esperti del settore descrive la dotazione di sicurezza della futura Volvo in modo categorico.
La nuova Volvo EX avrà una dotazione di sicurezza superiore a qualsiasi altra Volvo precedente.
Sicurezza di livello superiore
La sicurezza di livello superiore descritta da Jim Rowan comprende un vero e proprio scudo invisibile, capace di proteggere l’auto e i suoi occupanti da pericoli esterni.
Tecnologia Lidar nel tetto
Il pilastro portante dello scudo invisibile di sicurezza descritto da Rowan è la tecnologia Lidar.
Nella nuova Volvo EX90, lanciata con trazione esclusivamente elettrica, il sistema di riconoscimento degli ostacoli Lidar funzionante con impulsi laser sarà integrato direttamente nel tetto della vettura.
La luce laser pulsata permette di individuare ostacoli e oggetti a una distanza di centinaia di metri davanti all’auto e di posizionarli con estrema precisione e accuratezza nella percezione del computer di bordo.
20% in meno di incidenti gravi
Secondo quanto argomentato da Jim Rowan, l’arrivo a bordo della tecnologia Lidar permette di ridurre del 20% gli incidenticon conseguenze gravi e il 9% degli incidenti in generale.
Sviluppata con Luminar
Il partner tecnologico della Volvo nello sviluppo del sistema Lidar che debutterà a bordo della Volvo EX90 è la Luminar Technologies.
Il sistema sviluppato sarà in grado di individuare e riconoscere gli ostacoli in ogni condizione di luminosità.
Insieme al Lidar contribuiranno alla costruzione e alla solidità dello scudo invisibile di sicurezza che proteggerà la Volvo EX90 anche otto videocamere, cinque radar e 16 sensori a ultrasuoni.
Un vero e proprio arsenale di sensoristica artificiale avanzata che sposterà in alto l’asticella della protezione in auto.
Monitoraggio del conducente
Sulla nuova Volvo EX90 sarà installato per la prima volta anche un sistema di monitoraggio del conducente che permetterà all’intelligenza di bordo di riconoscere le situazioni di scarsa attenzione.
L’analisi dei movimenti degli occhi, effettuata grazie a due videocamere interne rivolte verso il guidatore, attraverso la misura dei tempi di sguardo rivolti verso la strada e delle traiettorie delle pupille, insieme alle sollecitazioni di sterzata impresse al volante, riesce a individuare precocemente l’abbassamento dell’attenzione visiva e mentale.
Il laboratorio di test sugli incidenti del Centro per la Sicurezza Volvo compie quest’anno venti anni. Ancora oggi è uno dei centri più avanzati al mondo.
Ci sono stato diverse volte e ogni esperienza fatta lì è indimenticabile. Vedere un test di impatto dal vivo è emozionante sul momento e stimolante a lungo termine.
Lancio dalla gru di 30 metri
Ecco il video e le foto di un’esercitazione spettacolare e costosa, ma anche estremamente preziosa per l’acquisizione di informazioni e conoscenze che permettono di salvare vite umane.
Le Volvo nuove vengono fatte cadere da un’altezza di 30 metri per simulare l’elevato livello dei danni che si riscontrano sulla scena di incidenti stradali molto gravi.
https://youtu.be/fENZTgT4JnM
Il rumore non si dimentica
Quello che fa più effetto, quando sì è fermi ad osservare, è la velocità degli accadimenti e la loro evidente irreversibilità.
Dopo l’attesa per la preparazione meticolosa degli strumenti e la verifica della corretta posizione dei sensori. Dopo il controllo della pulizia della pista di lancio e di tutto ciò che può influenzare il risultato. Dopo tutto questo, arriva il momentodell’incidente.
L’auto arriva lanciata, colpisce l’ostacolo ed emette un rumore netto, cupo e assordante.
Chi ha fatto almeno una volta l’esperienza lo sa. Quel rumore non si dimentica più.
È quel suono pauroso scolpito nella memoria il monito più efficace in molti momenti nei quali successivamente mi sono trovato a fermarmi un attimo per dare maggiore attenzione alla sicurezza di un mio viaggio.
Viene distrutta un’auto al giorno
Il Centro Sicurezza della Volvo distrugge in media almeno una Volvo nuova di zecca al giorno.
Impegnarsi per migliorare la sicurezza non significa superare un test o ottenere un attestato che certifichi un prodotto come sicuro.
Spiega Thomas Broberg, uno dei maggiori esperti in sicurezza di Volvo Cars con anzianità ventennale nel settore.
Il nostro impegno per la sicurezza consiste nello scoprire come e perché si verificano incidenti e infortuni
“Soltanto così – continua Broberg – possiamo sviluppare la tecnologia che consenta di prevenirli. Ci auguriamo che il nostro lavoro pionieristico sia per altri produttori uno stimolo a perseguire il nostro ambizioso obiettivo di ridurre gli incidenti stradali in tutto il mondo”.
La struttura
Il laboratorio per i crash test del Centro per la Sicurezza Volvo consente di ricreare innumerevoli situazioni di traffico e incidenti e di eseguire test che vanno oltre i requisiti normativi.
Il laboratorio è costituito da due piste di prova lunghe rispettivamente 108 e 154 metri. La più corta delle due è mobile e può ruotare, in modo da essere posizionata per formare angoli compresi tra 0 e 90 gradi con l’altra pista.
Questo sistema permette di effettuare crash test con diverse angolazioni e velocità o di simulare uno scontro tra due auto in movimento.
La velocità all’impatto fra le auto può arrivare fino a 120 km/h.
Area esterna
Esternamente al laboratorio con le piste per il crash test c’è altro spazio per l’esecuzione di test con ribaltamento e uscita di carreggiata dell’auto.
Anche a un test di questo tipo ho potuto assistere, in uno spazio apposito dove le auto vengono lanciate in un fosso ad alta velocità.
La Volvo mette a disposizione la struttura ai membri dei servizi di soccorso stradale perchè possano perfezionare le loro tecniche di salvataggio delle persone coinvolte in incidenti gravi.
In questo modo, gli addetti del soccorso hanno potuto sperimentare le tecniche di assistenza dal vero e non soltanto in maniera teorica.
Il nuovo simulatore di guida Volvo, secondo gli ingegneri svedesi che lo hanno sviluppato, è “il simulatore di guida definitivo”.
L’innovativo sistema di realtà mista è di evidente derivazione dal mondo dei videogiochi e rappresenta una tecnologia chiave per portare avanti nuove soluzioni per la sicurezza e per la guida autonoma.
La postazione include un sedile di guida con simulatore di movimento, un volante con feedback tattile e un visore per realtà virtuale con qualità cristallina delle immagini.
Diventa veramente difficile distinguere la realtà dalla simulazione.
Il kit da sogno per qualsiasi giocatore di videogame, insomma. Il simulatore di Volvo Cars spinge la percezione oltre il limite precedente.
Piattaforma Unity e dispositivi Varjo
Il simulatore utilizza l’avanzatissima tecnologia della principale piattaforma Unity di sviluppo 3D in tempo reale e i dispositivi professionali di realtà virtuale e mista della società finlandese Varjo per riprodurre la guida di un’auto vera su strade reali.
Ciò è reso possibile dalla combinazione di una grafica 3D ad alta definizione estremamente realistica, un visore per la realtà aumentata e una tuta intera a marchio Teslasuit in grado di fornire un feedback tattile dal mondo virtuale e di monitorare al contempo le reazioni corporee.
Questo particolare abbinamento di tecnologia software e hardware consente agli esperti di Volvo Cars di simulare infiniti scenari di traffico su un percorso di prova reale, utilizzando una vettura reale, il tutto in completa sicurezza.
I tecnici possono così estrapolare importanti informazioni sull’interazione fra le persone e la vettura da utilizzare per lo sviluppo di nuove funzionalità e dotazioni di sicurezza, assistenza alla guida e guida autonoma.
I collaudatori possono interagire con ipotetiche funzionalità di sicurezza attiva e di assistenza alla guida, provare interfacce utente di guida autonoma di prossima realizzazione, testare futuri modelli di autovetture e simulare molti altri scenari.
Il sistema può essere utilizzato su strade di prova reali oppure nel laboratorio di collaudo e ogni scenario è completamente personalizzabile.
Simulazione in diretta streaming
Un team di esperti in tecnologie innovative della Casa automobilistica ha realizzato una dimostrazione dell’utilizzo del “simulatore definitivo” di Volvo Cars nel corso di un evento trasmesso in diretta streaming dalla Open Innovation Area di Volvo.
L’anno scorso, Volvo Cars, insieme a Varjo, è stata la prima Casa automobilistica a rendere possibile la guida di un’auto reale indossando un visore per realtà mista.
Tute con feedback tattile della Teslasuit
La collaborazione esistente fra le due aziende è stata ora ampliata così da includere Unity e Teslasuit, azienda produttrice di tute intere con feedback tattile.
Secondo Casper Wickman, responsabile della divisione User Experience della Open Innovation Arena di Volvo e membro del team che ha partecipato alla diretta streaming, il simulatore permette a Volvo Cars di studiare reazioni umane autentiche in un ambiente sicuro e con un costo decisamente più basso di un test reale.
La collaborazione della Volvo con aziende come Varjo, Unity e Teslasuit ci ha permesso di testare moltissimi scenari che sembrano reali in tutto e per tutto, senza dover costruire o allestire nulla.
Spiega Casper Wickman., che prosegue: “Possiamo così provare auto reali in situazione di traffico in transito che sembrano assolutamente reali, ma che possono essere regolate semplicemente azionando un tasto”.
Visore Varjo per realtà mista
Il visore XR-1 Developer Edition prodotto da Varjo monta una serie di videocamere per creare un effetto di realtà mista e garantisce un’esperienza di realtà mista o virtuale con risoluzione ad alta definizione. Il visore XR-1 di Varjo consente di integrare nel mondo reale, senza soluzione di continuità, gli oggetti e gli ambienti creati nella piattaforma Unity.
Teslasuit
Sfruttando l’applicazione di forze, vibrazioni o movimenti, la tecnologia tattile permette di ricreare la sensazione del tatto quando si interagisce con il mondo virtuale.
Indossando l’avanzata tuta tattile intera di Teslasuit, gli specialisti di Volvo incaricati delle simulazioni possono percepire, sebbene in misura ridotta, le forze cui sarebbe sottoposto il corpo in caso di incidente, senza tuttavia correre alcun rischio reale.
La tuta consente inoltre agli ingegneri di Volvo di testare le reazioni del fisico umano studiando la variazione delle reazioni muscolari, dei livelli di stress e della frequenza cardiaca nelle situazioni di pericolo e di utilizzare poi quanto appreso per sviluppare la prossima generazione di sistemi di sicurezza volti a evitare e mitigare le situazioni di rischio.
Simulatori Unity
Gli scenari di simulazione vengono creati utilizzando i software 3D in tempo reale di Unity, l’azienda che ha sviluppato una delle piattaforme per lo sviluppo di videogiochi più popolari al mondo.
Utilizzando Unity, gli esperti di Volvo possono creare ambienti e oggetti virtuali da utilizzare nelle simulazioni o inserire un dettagliatissimo modello tridimensionale di qualsiasi auto progettata da Volvo in qualunque ambiente virtuale, valutando il prototipo in diverse condizioni di illuminazione, in luoghi e condizioni atmosferiche differenti.
Dici Volvo e subito ti viene in mente la parola sicurezza. Il marchio svedese lega infatti in maniera inscindibile il suo nome ad una serie di tecnologie volte a potenziare il livello di protezione non soltanto dei passeggeri ma anche degli altri utenti della strada, dai pedoni, a motociclisti e ciclisti.
Le ultime innovazioni degli esperti Volvo Cars, in termini di sicurezza, sono orientate allo sviluppo della tecnologia usata per assistere chi guida, riducendo così il livello di distrazione che è al primo posto tra le cause di incidenti stradali.
Smartphone e touch screen
L’aumento dell’uso degli smartphone e dei touch screen a bordo delle auto ha dato avvio a un dibattito sempre più ampio sui pericoli della distrazione quando si è al volante.
La ricerca sulla sicurezza e nell’ambito delle scienze comportamentali condotta dalla stessa Casa automobilistica suggerisce che la tecnologia moderna a bordo dell’auto, se utilizzata correttamente, può ridurre attivamente la distrazione, aumentare la sicurezza stradale e aiutare le persone a migliorare lo stile di guida e il livello di concentrazione quando al volante.
‘È facile pensare che i telefoni e gli schermi siano l’unica piaga che affligge i guidatori moderni, quando è la vita nel suo complesso a distrarre le persone – ha dichiarato Malin Ekholm, responsabile del Centro Sicurezza di Volvo Cars.
Sappiamo che le persone non si distraggono di proposito, eppure succede. Può capitare di essere in ritardo a prendere i figli all’asilo e di essere quindi un po’ in tensione. Oppure di mettersi al volante dopo una brutta giornata di lavoro. Tutto questo si ripercuote sul modo in cui si guida’.
Controllo vocale
Volvo Cars utilizza la tecnologia attivamente per contrastare i pericoli legati alla distrazione e costruire automobili che possono definirsi fra le più sicure in circolazione. Ad esempio, i suoi sistemi di sicurezza attiva con frenata automatica e assistenza allo controllo dello sterzo sono progettati per essere pronti a intervenire nel caso in cui il conducente perda la concentrazione o si distragga per una frazione di secondo.
All’interno dell’abitacolo della nuova XC40 Recharge, un controllo vocale avanzato, disponibile sul nuovo sistema di infotainment Android di Volvo Cars, permette al conducente di regolare la temperatura, impostare una destinazione, riprodurre la musica e i podcast preferiti o telefonare alla mamma il giorno del suo compleanno, il tutto tenendo le mani sul volante.
‘’Poter impostare a voce le funzionalità principali della propria Volvo consente di tenere le mani sul volante e gli occhi sulla strada – ha aggiunto Malin Ekholm – . I sistemi di sicurezza attiva, come le funzioni City Safety, Run-off Road Mitigation e Oncoming Lane Mitigation con assistenza al controllo dello sterzo, possono essere paragonati a un paio di occhi in più che vegliano su chi è a bordo’’.
Monitoraggio del conducente
Volvo Cars ritiene che la distrazione possa essere ridotta anche attraverso telecamere a bordo vettura e altri sensori che monitorano il conducente. Queste tecnologie consentono infatti all’auto di intervenire autonomamente nel caso in cui un conducente chiaramente distratto (o in stato di ebbrezza) non risponda ai segnali di avvertimento e rischi un grave incidente potenzialmente mortale. Tale intervento potrebbe comportare la limitazione della velocità dell’auto, una segnalazione al servizio di assistenza Volvo on Call e, in ultima istanza, il rallentamento attivo e il parcheggio in sicurezza dell’auto. Volvo Cars ha in programma di avviare l’introduzione di queste telecamere sulla prossima generazione della sua piattaforma scalabile per veicoli SPA2.
Sessant’anni fa l’invenzione delle cinture di sicurezza
Lo scorso anno, in materia di sicurezza, Volvo ha ricevuto un riconoscimento da Dekra per il proprio contributo alla Sicurezza stradale in virtù dell’invenzione delle cinture di sicurezza, che proprio nel 2019 hanno compiuto 60 anni di vita
‘’Non posso che essere orgoglioso di ricevere questo premio e di lavorare per un brand come Volvo – ha commentato Michele Crisci, Presidente Volvo Car Italia ricevendo il premio -. Non solo Volvo ha inventato un dispositivo decisivo ai fini della salvaguardia della vita di chi viaggia in auto; lo ha anche reso disponibile a tutti i costruttori, contribuendo così di fatto a salvare tantissime vite umane sulle strade di tutto il mondo, a bordo di auto di ogni marca. Questa è Volvo e questo è il modo in cui noi intendiamo la sicurezza: condivisa, per il bene di tutti’’.
Realizzata da Volvo Cars nel 1959 grazie al lavoro dell’ingegnere Nils Bohlin, si stima che la cintura di sicurezza a tre punti abbia salvato oltre un milione di vite umane in tutto il mondo grazie alla decisione della Casa di condividere l’invenzione nell’interesse di un miglioramento delle condizioni di sicurezza del traffico. Da allora, Volvo Cars ha continuato a dare la precedenza al progresso sociale rispetto al semplice vantaggio finanziario mettendo in evidenza la questione fondamentale dell’ineguaglianza nello sviluppo dei sistemi di sicurezza per le auto.
La rivoluzione dei tre punti di ancoraggio
Era il 13 agosto 1959 quando veniva consegnata la prima automobile al mondo dotata di serie delle cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio – una Volvo PV544 – presso il concessionario Volvo nella cittadina svedese di Kristianstad. Nei successivi 60 anni, la cintura di sicurezza a tre punti di ancoraggio si è dimostrata il principale equipaggiamento singolo di sicurezza di un’automobile e appresenta l’innovazione più significativa in tema di sicurezza dei 130 anni di storia dell’auto.
Ha salvato ben più di un milione di vite umane, anche in virtù di un’attivazione efficace, con un semplice movimento della mano. Fu verso la fine degli anni ’50 grazie all’ingegnere Volvo Nils Bohlin, che la cintura di sicurezza si è evoluta approdando al suo design attuale. Prima di quel modello esistevano diversi tipi di cintura di sicurezza e fin dagli anni ’30 i medici statunitensi hanno cominciato a fare pressione affinché le automobili fossero dotate di cinture di sicurezza.
La cintura addominale a due punti di ancoraggio
La cintura addominale a due punti era la soluzione più comune, ma esistevano anche diverse varianti della cintura di sicurezza a tre punti.
Il problema era che non proteggevano a sufficienza i viaggiatori, specialmente alle alte velocità.
L’ex ingegnere aeronautico Nils Bohlin – che prima di essere assunto presso Volvo aveva lavorato, tra l’altro, allo sviluppo di sedili eiettabili – comprese ben presto le forze generate durante una collisione.
La cintura ideale doveva assorbire le forze nella zona giusta, attraverso il bacino e il torace, dove il corpo umano è più robusto. Allo stesso tempo, doveva essere facile da utilizzare e regolare.
Disegno a V con la punta in basso
Le particolarità del design di Nils Bohlin erano date dal fatto che il sistema era composto da una cintura addominale e da una cintura toracica diagonale, che le fasce erano ancorate in un punto situato in basso accanto al sedile, che la geometria della cintura assomigliava ad una “V” con la punta rivolta verso il pavimento e che la cintura restava in posizione e non si muoveva anche sotto carico. Gli stessi identici principi valgono ancora oggi.
I primi modelli
Sul mercato del Nord Europa, la Volvo PV544 e la Volvo Amazon furono le prime automobili a presentare questa innovazione.
Brevetto aperto e la sicurezza è per tutti
Volvo è stato quindi il primo costruttore automobilistico ad equipaggiare le sue vetture con le cinture di sicurezza a tre punti come dispositivo di serie. L’invenzione venne brevettata con quello che è noto come brevetto aperto, ossia chiunque volesse poteva ottenere la concessione del libero utilizzo del design.
A quel punto era stato compiuto un passo da giganti verso una maggiore sicurezza, ma ci sarebbero voluti ancora alcuni anni prima che i consumatori e l’industria automobilistica comprendessero la validità della soluzione.
Oggi è uno standard mondiale
Oggi le auto in tutto il mondo sono equipaggiate con la cintura di sicurezza a tre punti.
La moderna cintura di sicurezza è la colonna portante del sistema di sicurezza interno dell’automobile, integrata da altri dispositivi come gli airbag, i pretensionatori e i limitatori di forza.
La cintura si posiziona correttamente durante un impatto – il pretensionatore tende la fascia che poggia sul torace, quindi si allenta proprio al momento giusto, così che il corpo venga trattenuto il più delicatamente possibile. Tutto ciò in pochi millesimi di secondo.
Rendere visibile l’invisibile. Questa è l’apparentemente impossibile missione della nuova azienda di alta tecnologia Visible zone nata solo pochi mesi fa in Israele.
La Hyundai la sta valutando per un investimento anche se, rispetto agli standard usuali, la start-up è ancora in una fase decisamente iniziale.
Come funziona
Ho potuto provare il funzionamento della tecnologia Visible zone a Gerusalemme, nelle strade vicino la sede della società, direttamente a bordo dell’auto equipaggiata con il prototipo.
Quando il sistema scorge un pedone, anche se è nascosto alla vista del guidatore, ne segnala la presenza e inizia a seguirne i movimenti.
Analisi delle intenzioni con l’intelligenza artificiale
Soltanto i pedoni che si avvicinano pericolosamente alla strada per attraversare vengono segnalati.
Questo è il vero segreto di questa tecnologia e dello sviluppo della Visible zone, che utilizza la radiofrequenza a 2,4 GHz come il Wi-Fi e quindi attraversa gli oggetti. Soprattutto, però, sa capire se e quando un comportamento diventa pericoloso. Grazie ad algoritmi di Intelligenza Artificiale.
Allora il pedone diventa rosso e viene emesso un segnale sonoro. Se l’auto può frenare anche senza l’intervento del conducente o è addirittura in modalità guida autonoma, il sistema Visible zone frena. E salva una vita.
Quante volte abbiamo sentito dire che l’auto è diventata uno smartphone su ruote.
Tante, Vero? Forse troppe.
E, in effetti, si tratta di un’iperbole. Tuttavia il matrimonio tra device personali e macchina deve esserci, anche per consumare meno ed essere più efficienti e soprattutto per ridurre i sinistri che portano morti e feriti oltre a danni materiali in un’emergenza vera di sostenibilità della mobilità automobilistica.
Altro che CO2, NOX e polveri sottili: di smartphone e distrazione si muore.
Tuttavia, in un’era di auto supertecnologiche, ibride ed elettriche stupisce vedere modelli di ultimissima generazione com la Lexus ES, ammiraglia super pulita, prive di Android Auto e Apple CarPlay. Per non parlare di Bmw e anche di Porsche che escludono Android e scelgono solo Apple. Speriamo che con iNext e Taycan ci abbiano ripensato.
In un’auto moderna, pulita, e sostenibile non si può fare a meno di un sistema di infotainment decente e strutturato con un’interfaccia utente comprensibile ed intuitiva.
Invece vediamo automobili nuovissime da mettersi a gridare solo a immettere la destinazione nel navigatore con il risultato che prendi lo smartphone, attivi Google Maps e guidi tenendolo in mano. Super pericoloso e anche criminale. Ma questo è quello che accade e si vede tutti i giorni sulle strade.
Signori delle Case automobilistiche e luminari della tecnica ecogreen è il momento di svegliarsi: l’automobile autenticamente sostenibile deve sposare la tecnologia nel vero senso della parola e non si può più andare avanti a due velocita: powertrain superpuliti, magari full electric, e infotainment belli da vedere ma penosi (e pericolosi) da usare.
Insieme a Motor1 Italia realizziamo la prima webserie italiana che affronta gli argomenti più caldi nel percorso verso la mobilità a Zero Emissioni.
La collaborazione con Motor1 Italia rappresenta un’occasione imperdibile di confronto con una delle più grandi community di appassionati di auto su YouTube.
Sono oltre 340.000 gli iscritti al canale YouTube di Motor1 Italia, una platea incredibilmente estesa e interessante per portare i temi del progetto Obiettivo Zero Emissioni all’attenzione di chi ama l’automobile e desidera muoversi liberamente. E deve continuare a poterlo fare con costi ragionevoli e senza troppi problemi anche quando dal veicolo scompaiono le emissioni inquinanti.
Il titolo fa capire subito che la questione è di enorme complessità.
Le emissioni devono sparire dalla scheda tecnica delle auto. Questo è chiaro a tutti. Come riuscire a centrare l’obiettivo traghettando verso il cambiamento tecnologico un intero settore che garantisce centinaia di migliaia di posti di lavoro e percentuali significative del PIL nazionale in tutte le più grandi economie mondiali è tutt’altro che definito.
Emissione Impossibile approfondisce le caratteristiche tecnologiche delle soluzioni in campo, gli scenari energetici ai quali devono essere associate, le dinamiche socio-economiche e gli effetti sull’ambiente e sulla salute umana da tenere in considerazione.
Ogni giovedì Fabio Orecchini, fondatore di Obiettivo Zero Emissioni, e Alessandro Lago, Direttore di Motor1 Italia, analizzano – anche grazie allo stimolo dei commenti inviati dal pubblico – gli aspetti più importanti e a volte controversi della questione ambientale applicata all’auto e alla mobilità.
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