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E-fuel, per usarli ogni auto dovrà avere un gemello digitale

La soluzione per garantire che le auto con motore a combustione interna, immatricolate dal 2035 in poi, possano utilizzare soltanto e-fuel e non benzina di origine fossile, è il gemello digitale.

“Abbiamo la tecnologia per costruire un gemello digitale delle batterie delle auto elettriche – afferma Michele Calò, ingegnere della divisione Powertrain Solutions della Bosch in Germania – per tenere sotto controllo ogni componente e prevenire possibili malfunzionamenti. Allo stesso modo, senza intervenire sul motore o altri organi interni dell’auto, anche per le auto nuove con motore termico potremo tracciare in maniera digitale ogni rifornimento di combustibile, assicurando che sia composto esclusivamente di e-fuel”.

auto con gemello digitale

Tracciare i rifornimenti

Nessun cambiamento, quindi, all’interno del motore, nemmeno nel sistema di alimentazione e controllo. E nessun bisogno di modificare chimicamente i combustibili sintetici rispetto ai cugini fossili, per renderli riconoscibili. Sarà il rifornimento di carburante ad essere tracciato.

Il fatto di non richiedere alcun cambiamento nel sistema di trazione per poter essere utilizzati, permetterà ai combustibili sintetici, ed eventualmente anche ai biocombustibili se ammessi in futuro, di poter alimentare indistintamente tutte le auto con motore a combustione interna, compresi i milioni di veicoli di immatricolazione precedente al 2035, che probabilmente continueranno a circolare per molti anni. 

e-fuel

La soluzione finale per il tracciamento dei rifornimenti che sarà proposta ai costruttori auto dalla Bosch non ha ancora un nome e probabilmente non è nemmeno completamente sviluppata. Stando a quanto trapelato da fonti della Commissione Europea, infatti, dovrà essere oggetto di uno specifico processo di omologazione dedicato alle auto termiche per l’immatricolazione a partire dal 2035.

Clicca qui per leggere il mio articolo su Repubblica.it: Ecco come sarà il motore del futuro alimentato con gli e-fuel. Entra in scena l’idrogeno.

Carta d’identità digitale

Il tracciamento digitale dei rifornimenti suppone una sorta di carta d’identità digitale per il combustibile, che comprenda la garanzia di origine da fonti rinnovabili dell’energia utilizzata per la produzione di idrogeno e per la cattura della CO2 dall’atmosfera che saranno servite alla sua produzione. Anche la pompa di rifornimento presso la stazione di servizio dovrà necessariamente essere connessa alla rete informatica, per rendere trasparente l’identificazione del serbatoio di destinazione di ogni singolo litro.

tecnici con auto gemello digitale

Il motore non cambia

Il motore a combustione interna del futuro, destinato a sopravvivere anche oltre il 2035 in Europa, non sarà molto diverso da quello attuale. Gli e-fuel, infatti, sono combustibili sintetici – ottenuti combinando idrogeno e carbonio – del tutto simili, nella struttura chimica utile alla combustione, agli attuali carburanti di origine fossile.

Il problema non è quindi lo sviluppo di nuovi motori adatti all’utilizzo del combustibile artificiale, ma la messa a punto di tecnologie di controllo capaci di garantire che i motori a combustione interna delle auto immatricolate dal 2035 in poi possano essere alimentati esclusivamente da e-fuel e non da combustibili fossili.

e-fuel contenitore

Vista la similitudine tra i due tipi di combustibile, infatti, di norma ogni motore che può utilizzare benzina o gasolio sintetico, può anche funzionare con i loro corrispettivi tradizionali, estratti da giacimenti sotterranei e portatori di emissioni di anidride carbonica aggiuntive per l’atmosfera, quindi dannose per il clima.

Clicca qui per leggere il mio articolo su Repubblica.it: Ecco come useremo gli e-fuel – la soluzione dei tecnici Bosch.

Cruciale la produzione di idrogeno verde

Il via libera agli e-fuel per i motori del futuro apre un nuovo fronte nella competizione tecnologica verso le emissioni zero, che giocherà a vantaggio anche della diffusione dell’idrogeno verde.

idrogeno verde

Ci sono più processi possibili per la produzione di e-combustibili, infatti, ma quello più vicino alla reale applicazione su larga scala prevede la produzione di idrogeno da elettrolisi dell’acqua, ottenuta utilizzando elettricità da fonti rinnovabili (principalmente eolico e solare), la successiva produzione di combustibile sintetico attraverso il processo di Fischer-Tropsch, nato in Germania circa cento anni fa, e un processo di raffinazione per ottenere il combustibile desiderato. Grazie a questa tipologia di processi, possono essere prodotte alternative sintetiche di tutti i principali combustibili fossili, dalla benzina, al gasolio, al metanolo, al kerosene e anche a metano e Gpl.

Ridurre i consumi

La e-benzina, come viene chiamato l’e-fuel destinato ad alimentare i motori a ciclo Otto, porta quindi nel mondo dei motori due sfide principali, una relativa alla capacità dell’automobile di distinguerla dalla benzina attuale, per consentire il funzionamento del motore soltanto in caso di utilizzo di combustibile sintetico, l’altra riguardante la riduzione dei consumi, visto che i combustibili derivati da idrogeno verde non sembrano destinati a costare poco ed hanno comunque delle emissioni inquinanti, composte da ossidi di azoto e particolato, da minimizzare grazie a nuove soluzioni di trazione.

L’auto che marcerà grazie all’e-combustibile, quindi, sarà quasi certamente ibrida con tecnologia full hybrid e plug-in hybrid.  

Clicca qui e leggi l’articolo E-fuel e biofuel sfidano l’auto elettrica, il motore a scoppio (forse) ha un futuro.

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